La connettività funzionale nel Disturbo della condotta
Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience, uno schema anormale di connettività cerebrale è presente in giovani con Disturbo della condotta, una condizione psicologica associata a comportamento aggressivo e antisociale.
“Esistono diversi studi che hanno indagato l'attività cerebrale in giovani e adulti con grave disturbo di personalità antisociale - chiamato anche Disturbo della condotta nei più giovani – ma molti meno studi che hanno esaminato la connettività funzionale tra le diverse aree del cervello in questi individui”, ha spiegato il Dottor Graeme Fairchild dell'Università di Bath.
“Eravamo interessati a vedere se vi fossero differenze tra i giovani con Disturbo della Condotta e giovani con un 'sviluppo tipico' nella connettività funzionale tra l'amigdala, il centro preposto all'elaborazione delle emozioni e in particolare alla comprensione delle emozioni negli altri, e in altre parti del cervello”.
I ricercatori hanno anche testato se i tratti psicopatici elevati, come deficit relativi al rimorso, senso di colpa ed empatia, fossero correlati ai cambiamenti nella connettività funzionale.
Tutto ciò è stato fatto utilizzando metodi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) nel contesto di un'attività che riguardava la visualizzazione di espressioni facciali di rabbia o tristezza, contrapposte ad espressioni facciali neutre.
Un precedente studio condotto da Fairchild e colleghi ha rilevato che gli adolescenti con Disturbo della condotta presentavano difficoltà nel riconoscere le espressioni facciali, con una minore probabilità di guardare la regione oculare di una faccia.


Il nuovo studio ha confrontato un gruppo composto da 46 giovani maschi con Disturbo della Condotta ad un gruppo di 25 giovani con uno 'sviluppo tipico', con età compresa tra i 16 ed i 21 anni.
I ricercatori hanno osservato una ridotta attività dell'amigdala nei partecipanti con Disturbo della Condotta durante l'osservazione di facce tristi o arrabbiate, scoprendo però qualcosa di inaspettato quando hanno esaminato la connettività cerebrale.
“Con grande sorpresa, abbiamo scoperto che i giovani con Disturbo della Condotta, ma con tratti psicopatici elevati, mostravano normali modelli di connettività funzionale, in modo simile ai giovani con uno sviluppo tipico”.
“La connessione specifica che abbiamo trovato essere alterata nel gruppo con tratti psicopatici bassi era la via tra l'amigdala e la corteccia prefrontale, in particolare nell'area della corteccia cingolata anteriore, anch'essa fortemente collegata anatomicamente all'amigdala”.
I soggetti con caratteristiche psicopatiche elevate somigliavano invece al gruppo di controllo, mentre quelli con bassi livelli di tali caratteristiche mostravano un modello anormale di connettività.
“Il cervello di giovani con Disturbo della condotta, ma bassi livelli di tratti psicopatici, sembra essere meno ben collegato. I cambiamenti nella connettività che normalmente si verificano nel cervello di individui in via di sviluppo mentre stanno osservando espressioni facciali emotive sembrano essere interrotte in questo gruppo”, ha spiegato l'autore.
Tuttavia, essendo i campioni esigui, i risultati non possono essere generalizzati.
“In questo studio, abbiamo solo guardato facce arrabbiate e tristi, oltre a facce neutre come condizione di confronto”, ha riferito l'autore.
Le anomalie nella connettività sono apparse più evidenti per le facce arrabbiate, ma la futura ricerca dovrà anche includere altre tipologie di espressioni facciali, per comprendere se vi è un problema specifico annesso alla rabbia o alle espressioni facciali negative in generale.
“Non possiamo neanche dire che i cambiamenti nella connettività funzionale nel cervello inducano i giovani a sviluppare un comportamento antisociale – è possibile che il coinvolgimento di comportamenti antisociali li esponga ad esperienze altamente stressanti o traumatiche che alterano il modo in cui parti diverse del cervello parlano tra loro”.
Lo studio si è inoltre concentrato solo su giovani maschi, pertanto non si può sostenere che tali risultati si possano applicare anche alle donne con Disturbo della condotta.
L'obiettivo è quindi quello di comprendere molto di più sulle conseguenze dei cambiamenti nella connettivita funzionale nel cervello; a tal proposito, i ricercatori hanno ipotizzato che questo aspetto potrebbe spiegare perchè i giovani con Disturbo della condotta ma balssi livelli di tratti psicopatici sono più inclini a sviluppare ansia e depressione.
Vale la pena sottolineare che i cambiamenti nel cervello sono solo una parte della storia che spiega perchè questi giovani mostrano gravi comportamenti antisociali - sono anche molto più probabili di crescere in contesti poveri e di maltrattamento durante l'infanzia, così come il far parte di gruppi con un alto tasso di microcriminalità.
“Abbiamo bisogno di sapere se i cambiamenti che abbiamo osservato nel cervello dei giovani con Disturbo della Condotta sono modificabili e normalizzabili attraverso un trattamento psicologico e/o farmacologico di successo”, ha concluso l'autore.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro