La paura dei pagliacci
Una delle ragioni psicologiche chiave per cui molte persone, pur non avendo una vera e propria fobia per i pagliacci, provano un forte disagio intorno a loro, può essere rintracciata nel pensiero di Sigmund Freud.
Il 2016 è stato l'anno in cui gli Stati Uniti si sono resi protagonisti di raccapriccianti e continui avvistamenti di clown.
Il fenomeno divenne così diffuso tanto da essere menzionato in una conferenza stampa della Casa Bianca.
Anche se alcune persone soffrono di coulrofobia, ossia la paura dei pagliacci, molte altre provano semplicemente disagio intorno a loro.
In realtà, c'è una lunga storia di pagliacci inquietanti, e una delle ragioni psicologiche chiave per cui molti scappano da loro può essere fatta risalire a Sigmund Freud.
Il fondatore della psicoanalisi ha scritto, nel 1919, un saggio intitolato “Das Unheimliche”, ossia “Il perturbante”.
“Il perturbante è quella sorta di spavento che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”, Sigmund Freud.
Freud notò che, in molte lingue, la parola “perturbante” è molto simile alla parola “familiarità”.
Ad esempio, nella lingua tedesca la parola inquietante, unheimlich, è l'opposto di heimlic, che significa “familiare” o “appartenente alla casa”.

“Das Unheimliche”, il titolo del saggio, è un aggettivo sostantivo della lingua tedesca, utilizzato da Freud come termine concettuale per esprimere in ambito estetico una particolare attitudine del sentimento più generico della paura, che si sviluppa quando una cosa, una persona, un'impressione, un fatto o una situazione, viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo, generando un'angoscia generica unita ad una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità.
Steven Schlozman, docente di psichiatria presso la Harvard Medical School che ha condotto un corso universitario sulla psicologia dell'horror, spiega che per Freud, qualcosa è perturbante se è riconoscibile, se richiama qualcosa di familiare.
Ecco perchè le creature che sono quasi umane, ma non del tutto – come zombie o altri personaggi con tratti del viso grottescamente deformati - evocano una reazione inquietante.
Il volto di un pagliaccio, dove le caratteristiche facciali familiari sono distorte ed esagerate con il trucco, esemplifica questo standard inquietante.
Come scrive Freud nel suo saggio, perturbante e familiare non sono semplicemente opposti, ma strettamente intrecciati.
“Unheimlich è in un modo o nell'altro una sottospecie di Heimlich”, afferma.
Lo psichiatra Chris Heath, membro dell'American Psychoanalytic Association, aggiunge che l'elemento “familiare” legato alle sensazioni di sgradevolezza non è solo un qualcosa che conosciamo, ma anche un qualcosa che richiama sensazioni infantili che sono state represse.
“Le cose sono inquietanti quando invocano i ricordi di un tempo in cui credevamo che questa cosa fosse vera”, afferma il Dottor Heath.
“Per esempio, la magia o i non morti!”.
La nostra reazione ai pagliacci è così forte, perchè ci ricordano la nostra credenza infantile, ormai repressa, che i pagliacci - con i loro grandi piedi ed il naso rosso – sono persone reali, ridicole e a volte cattive, piuttosto che semplici uomini mascherati.
Fondamentalmente, Freud credeva che la nostra reazione alla sgradevolezza fosse una lotta primitiva o una risposta di fuga, piuttosto che una reazione razionale.
Sebbene la precisa definizione di Freud dell'inconscio sia ancora oggetto di critiche e confronti, Scholzman nota che gli studi di risonanza magnetica delle neuroscienze hanno dimostrato che la nostra reazione agli oggetti raccapriccianti avviene nelle funzioni cerebrali inferiori prima di raggiungere funzioni cerebrali più elevate, dimostrando che si tratta di una risposta altamente viscerale.
E gli studi dimostrano che abbiamo quella reazione istintiva da brividi per quelle immagini che oscillano tra cose umane e non umane, che sono quasi familiari ma non del tutto.
Naturalmente, le teorie di Freud sulla repressione sono molto contestate. Ma aveva ragione nel notare che il “perturbante” è strettamente legato al familiare e che la nostra risposta è istintiva.
Una fobia per i pagliacci può non essere razionale ma, come sosteneva Freud, molti dei nostri più potenti istinti sono guidati dal nostro inconscio.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro