La paura di essere rifiutati
Perché abbiamo paura di essere rifiutati? Questa particolare sensibilità che conseguenze ha nelle relazioni interpersonali?
I conflitti rappresentano una parte inevitabile e naturale delle relazioni.
Tuttavia, il modo in cui pensiamo e rispondiamo al conflitto non rappresenta sempre e solo l'eco delle circostanze che circondano il conflitto stesso, ma anche le nostre disposizioni personali nei confronti del conflitto.
La sensibilità al rifiuto è una di queste disposizioni. Le persone che sono sensibili al rifiuto spesso manifestano uno stato di “guardia” persistente, temono attivamente e anticipano, attraverso la fantasia, che i partner possano lasciarli in qualsiasi momento, indipendentemente dalle credenze reali dei partner.
A causa delle loro paure e aspettative, gli individui che presentano la sensibilità al rifiuto possono interpretare male e distorcere le azioni dei partner e, a loro volta, affermare una minore soddisfazione e benessere all'interno della relazione.
Ad esempio, prendiamo in considerazione la risposta ad un messaggio di testo.
Se una persona sensibile al rifiuto invia un messaggio ad un partner con scritto “Mi piacerebbe davvero passare del tempo con te stasera”, una risposta del partner come “sono davvero molto stanco/a”, oppure “Mi dispiace, mi ero già organizzato con amici”, può essere letta ed interpretata come un rifiuto evidente.
Eppure, in realtà, il partner potrebbe dire la verità sulla necessità di dover riposare o avere altri impegni.
La persona sensibile al rifiuto ha meno probabilità di identificare e comprendere facilmente queste spiegazioni alternative.
Un’importante implicazione dello scetticismo, mischiato ad una certa dose di sensibilità al rifiuto, è che le stesse persone che sono preoccupate di perdere le loro relazioni si impegnano spesso in comportamenti autolesionisti e di sconfitta nella relazione.
La ricerca ha scoperto che coloro che sono sensibili al rifiuto sono più gelosi e, nel caso degli uomini, controllano maggiormente i loro partner.
A loro volta, i partner di persone sensibili al rifiuto spesso reagiscono con confusione, preoccupazione o considerano la persona sensibile al rifiuto come “eccessivamente controllante”.
La sensibilità al rifiuto è stata anche collegata ad un pensiero più negativo sulle relazioni e maggiori conflitti in coppia.
Dato lo stato costante di “guardia” da parte di coloro che sono sensibili al rifiuto, è più probabile che aumentino i disaccordi e si comportino in modo ostile e negativo nei confronti del partner.
Pertanto, la persona sensibile al rifiuto spesso non considera il conflitto come un’opportunità di confronto e crescita, ma considera il conflitto come un’altra minaccia che porta al rifiuto.
Come gestire questa particolare forma di sensibilità?
La sensibilità al rifiuto porta le persone a comportarsi in modalità che ledono le loro possibilità di mantenere una relazione di supporto soddisfacente.
Un modello di risposte ingiustificate ed esagerate ha il potenziale di turbare anche le relazioni soddisfacenti. Pertanto, i seguenti suggerimenti per gestire la sensibilità al rifiuto possono consentire una maggiore comprensione del comportamento del partner.
In primo luogo, è bene essere consapevoli che la sensibilità al rifiuto spesso si trasforma in rabbia.
Quando si avverte che un partner non ci sostiene e cerca di distaccarsi dalla relazione, potremmo arrabbiarci. Ma è quella rabbia che può allontanare il compagno!
È quindi utile comprendere come le nostre interpretazioni influiscono sulle relazioni dei partner.
Secondariamente, bisogna iniziare a considerare spiegazioni alternative per le azioni di un partner.
Ad esempio, “quali sono gli altri plausibili motivi per cui il partner non è disponibile per trascorrere del tempo stasera?”. Le ragioni potrebbero infatti non avere nulla a che fare con te!
È fondamentale scegliere un orario ed un luogo in cui ci si sente più tranquilli per affrontare alcuni discorsi, o quelle circostanze che non generano benessere nella relazione.
Infine, ma non meno importante, è importante pensare a come un conflitto possa aiutare a costruire la relazione, favorendo così la crescita.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro