La percezione del nostro corpo e dell’ambiente determinano il modo in cui ci sentiamo.
L’interazione dei segnali corporei e spaziali aiutano a regolare le emozioni ed il comportamento di esplorazione.
Secondo una nuova ricerca, condotta all’interno di uno scenario virtuale, se ci sentiamo spaventati o felici in un posto, e come lo esploriamo, dipende dalla percezione combinata che abbiamo dello spazio e dei nostri corpi.
Lo studio, pubblicato sul giornale “Heliyon”, suggerisce, in altre parole, che il cervello usa l’interazione di questi fattori per controllare la nostra esperienza emozionale e l’esplorazione dell’ambiente.
“La nostra ipotesi di partenza era che l’esperienza emozionale e quella dell’ambiente non fossero innescate solo dagli stimoli ambientali, ma che il cervello regolasse entrambe sulla base della percezione del corpo e del contesto spaziale in relazione tra di loro”, ha spiegato l’autore principale dello studio, il Dr. Martin Dobricki dalla University of Würzburg, in Germania.
Il Dr. Dobricki ed i suoi colleghi hanno verificato la loro teoria, osservando se l’input sensoriale sul modo in cui le persone camminano – la loro andatura – e quello sul contesto spaziale, in cui si trovavano, controllassero, in maniera interdipendente, la loro esperienza emozionale e l’esplorazione dell’ambiente.
Per fare questo, introdussero i volontari in una radura virtuale a grandezza naturale e li fecero camminare su un’asse di legno, che stava per terra, o che era sollevata in aria, rendendo la loro andatura “rimbalzante” (a grandi falcate).
È stato visto che questa andatura rimbalzante rafforzava l’esperienza delle persone di un ambiente negativo e spaventoso, quando camminavano sospesi in aria. Viceversa, quando erano a terra, questo tipo di camminata faceva provare alle persone emozioni più positive riguardo il contesto in cui si trovavano.
Ciò vuol dire che la camminata “rimbalzante”, quando i soggetti erano sospesi, li faceva concentrare sullo spazio al di sotto dell’orizzonte, rendendoli più spaventati; al contrario, quando erano a terra, aumentava l’esplorazione di ciò che era sopra l’orizzonte ed essi erano più tranquilli.


Questi risultati suggeriscono che le informazioni che i nostri organi sensoriali forniscono sull’ambiente e sull’andatura si influenzano a vicenda, tanto da determinare quella che i ricercatori chiamano la “interazione sensomotoria corpo-ambiente”.
Gli studiosi ipotizzano altri ambiti di applicazione di questa metodologia: aggiungere, in modo analogo, un piano rialzato nel luogo usato per effettuare la Terapia dell’Esposizione nel trattamento della paura dell’altezza, per esempio, potrebbe intensificare la paura delle persone e, quindi, massimizzare l’effetto terapeutico dell’essere esposti ad essa.
Grazie a questo metodo, inoltre, ci potrebbe essere la possibilità di sviluppare nuove tecniche, attraverso le quali gestire le emozioni, ma, per arrivare a ciò, c’è bisogno di ulteriori ricerche.
“La nostra ricerca dimostra che non siamo macchine stimolo-risposta; le nostre emozioni ed il nostro comportamento sono entrambi basati sulla percezione interdipendente di noi stessi e del mondo”, ha concluso il Dr. Dobricki. “Speriamo che i nostri risultati siano di ispirazione per ulteriori ricerche sull’interazione corpo-ambiente che abbiamo identificato. Per esempio, alcuni esperimenti, come fare delle domande che inducono nelle persone un’emozione, mentre sono sedute, camminano o nuotano, potrebbero portare a diversi risultati interessanti e sorprendenti e potrebbero condurre a tecniche completamente nuove, attraverso le quali gestire la risposta emotiva”.
Fonte: ScienceDaily.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)