La rottura, il vuoto e l'attesa
La rottura di una relazione spesso determina una sensazione di vuoto da cui è difficile liberarsi e soprattutto un'incapacità ad agire perchè in attesa di risposte che provengano dall'esterno, e anche se l'attesa è la parte più difficile, le risposte che si aspettano non sono mai all'infuori di noi!
Quando una relazione finisce spesso la sensazione che si vive sulla pelle è di sentirsi sconosciuti a sé stessi.
Il vuoto che la perdita crea può indurre infatti a riempire quello spazio con le motivazioni per le quali la storia ha avuto una fine, nel tentativo di gestire emozioni che non si conoscono.
Il termine di una relazione può spesso determinare, in uno dei due partner, e solitamente quello più debole o meno consenziente alla rottura, l'insorgenza di sentimenti ambivalenti come l'intolleranza, una leggera distorsione della realtà, senso di vuoto, scoraggiamento, disperazione e così via.
La lotta e il conflitto interno che subentra riguarda il fronteggiare tali sentimenti e il sentirsi impotenti: non si ha la possibilità di cambiare la situazione attuale, ma allo stesso tempo si cerca di trovare un senso per ciò che sta succedendo.
Tuttavia, il vuoto è spesso così vasto che non ci sono risposte tali da riuscire a colmarlo; non importa quante distrazioni si riescano a “gettare” dentro, perchè la sensazione di pesantezza e tristezza difficilmente tendono a svanire.
Quando il risultato non è infatti sotto il proprio controllo, perchè si aspettano delle risposte da parte di altri - un'attesa che forse potrà farci sentire meglio o forse sperare di tornare insieme - allora ci si sente come in equilibrio, tra la favola e la disperazione, aspettando che qualcosa accada.
In tal senso è come se si aspettasse una soluzione, un modo per capire o definire ciò che sta accadendo o è accaduto in noi, al fine di trarne un certo sollievo.

In questo vuoto, il tempo sembra trascorrere lentamente, aumentano le preoccupazioni e le domande su cosa succederà nel breve periodo; si avverte un'urgenza di capire se ci possano essere delle possibilità di “ri-connettersi”, e se immaginiamo che la risposta sia “No”, immediatamente ci sente persi e soli.
Purtroppo, non c'è modo di prevedere che cosa accadrà in futuro; è profondamente doloroso accettare che non vi siano risposte immediate provenienti dall'esterno in grado di lenire o riempire quel terribile vuoto che alberga dentro di noi.
L'attesa è infatti la parte più difficile, perchè si attende di sentirsi meglio da quella che apparentemente è un'angoscia insopportabile.
Una cosa su cui è infatti importante focalizzarsi è che non esistono delle risposte che possano diminuire il disagio e il malessere che si sente; l'unico modo per farlo è riconoscere a sé stessi che non si può fare affidamento sulle risposte esterne.
Non si può infatti fare affidamento sulle fonti esterne per scappare dal dolore che si vive dentro; piuttosto è importante imparare ad elaborare le emozioni, seppur negative, che sono legate ad una perdita.
Invece di cercare all'esterno dei modi che non esistono, è importante lavorare su sé stessi, sul dolore e la tristezza che si vive in quello specifico momento, in quanto questi sentimenti rappresentano una risposta naturale alla perdita.

Fanno cioè parte del processo di “lutto interno”, ossia di una perdita che altera l' equilibrio emotivo, fisico e mentale, generando così il dolore.
Non esiste un modo per riempire tale attesa o il vuoto dell'ignoto; bisogna per lo più imparare ad auto-confortarsi nel sapere che ciò che si sta vivendo è una parte naturale della condizione umana.
Accettando la tristezza e il dolore che scaturisce dalla rottura, l'angoscia tende ad alleviarsi, in quanto subentra la capacità di tollerarla, imparando così a gestirla.
È proprio tale tolleranza ed accettazione che può aiutarci a stare meglio e soprattutto superare la perdita di qualcuno.
Pertanto, quando ci si chiede “quanto tempo dovrò attendere?” o, “Quanto tempo ci vuole per superare questo momento?”, la risposta è “finchè ce ne vorrà!”.
Si deve quindi anche imparare a procedere a piccoli passi, uno alla volta, poiché il modo per alleviare l'ansia e l'angoscia dell'ignoto è imparare a guardare dentro di sé, e determinare se ci si sente meglio oggi di quello che si è fatto rispetto a ieri.
Si può sapere come ci si sente solo confrontandolo con i propri sentimenti personali in altre occasioni; solo quando si cerca di entrare in connessione con sé stessi, si può giungere ad una migliore comprensione di ciò che si è.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)