La verità su quelle persone che si vantano di non dormire molto.
I pro ed i contro del dormire poco secondo la scienza.
Per molti di noi, dormire poco equivale a sentirsi irritabili ed annebbiati il giorno dopo…
Tutti, però, abbiamo quell’amico che si vanta di poter sopravvivere – ed anche di vivere bene – solo con poche ore di sonno a notte!
Un nuovo studio conferma sì che queste persone stanno davvero meglio con una quantità minore di sonno, ma suggerisce anche che essi, di giorno, potrebbero essere più stanchi di quanto realizzino, tanto da addormentarsi senza saperlo.
Lo studio.
La ricerca, condotta dagli psicologi, radiologi e neurologi della University of Utah, e pubblicato sul giornale “Brain and Behavior”, osservarono le scansioni della Risonanza Magnetica (MRI) di circa 900 persone.
I partecipanti furono divisi in due gruppi: quelli che avevano riferito una normale quantità di sonno nell’ultimo mese, e quelli che dormivano sei ore o meno a notte. Questi ultimi furono, poi, suddivisi ulteriormente, in coloro che riferivano di essere inefficienti di giorno – ad esempio, sentirsi troppo assonnati per completare i compiti comuni – ed in coloro che dicevano di sentirsi bene.
I risultati “negativi”.
I ricercatori hanno osservato qualcosa di interessante nelle scansioni cerebrali di coloro che dormono poco: durante il tempo nella MRI, le loro onde cerebrali esibirono gli schemi tipici del sonno, piuttosto che della veglia.
In altre parole, le scansioni suggerirono che alcune di quelle persone che dormono di meno potrebbero appisolarsi per breve tempo, anche se veniva detto loro di stare svegli, ha commentato il Dott. Jeff Anderson, professore associato di Radiologia ed Imaging Sciences.
Questi dati furono rilevati in entrambi i sottogruppi.
“E’ noto che le persone non sanno se si addormentano per un minuto o due”, ha puntualizzato il Dott. Anderson.
I ricercatori pensano che le persone che vivono regolarmente con poche ore di sonno potrebbero avere dei ‘sistemi di sveglia’, che sono sempre super attivi, ha spiegato il Dott. Christopher Jones, professore di Neurologia.
“Questo lascia aperta la possibilità che, in una noiosa macchina della fMRI, essi non abbiano niente da fare che li tenga svegli e, così, si addormentano”.
Certo, questo potrebbe portare a situazioni molto più dannose che fermarsi durante uno studio scientifico.
“Altre situazioni noiose, come guidare la macchina di notte senza adeguate stimolazioni visive ed uditive, potrebbe metterli a rischio di sonnolenza o persino di addormentarsi sul volante”, ha aggiunto il Dott. Brian Curtis, laureando in Psicologia.
I risultati “positivi”.
Ci sono state anche buone notizie per coloro che dormono di meno.
Infatti, coloro che riferivano di sentirsi bene mostravano, nelle scansioni cerebrali, una connettività maggiore tra le parti del cervello associate con le informazioni sensoriali esterne e la memoria.
“Questo è interessante perché suggerisce che forse coloro che dormono poco stanno consolidando la loro memoria (il consolidamento della memoria, detto semplicemente, è un processo nel cervello che trasforma i ricordi a breve termine in quelli a lungo termine) in modo più efficiente, rispetto a coloro che dormono di più”, ha spiegato il Dott. Anderson. “Forse alcuni cervelli sono capaci di fare ciò che fa il sonno, in piccoli spazi durante il giorno”.
Considerazioni conclusive.
C’è bisogno di ulteriori ricerche per determinare se una – o entrambe – le loro ipotesi sull’attività cerebrale di coloro che dormono meno sono vere.
Il prossimo studio dei ricercatori esaminerà direttamente la prestazione cognitiva, incluso il test di simulatore di guida, delle persone che dicono di aver bisogno di meno di sei ore di sonno a notte ed includerà anche un confronto con i membri della famiglia ed i compagni dei partecipanti allo studio.
“Siamo particolarmente interessati nel capire la discrepanza tra la percezione delle persone sul loro funzionamento e di come essi funzionano realmente”, ha concluso la Dott. essa Paula Williams, professore associato di Psicologia.
Fonte: FoxNewsHealth.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)