Le 5 ragioni principali per le quali le persone abbandonano la psicoterapia.
Quali sono le problematiche che inducono ad interrompere una psicoterapia?
Avete scoperto di soffrire di Depressione, Disturbo d’Ansia o di avere difficoltà nel gestire la rabbia.
Vi siete rivolti, così, ad uno psicologo o psicoterapeuta per ricevere aiuto.
Di solito, questa è una cosa positiva.
Altre volte, il trattamento che state seguendo non vi sembra così utile come speravate, oppure ne rimanete delusi, e lo interrompete.
Per lo più, le persone che sono scontente della loro psicoterapia smettono di andarvi senza dire perché. Vogliono evitare un confronto con lo psicoterapeuta o di dover spiegare le loro ragioni.
Che le vostre ragioni siano buone o meno, è importante che vi sentiate sempre tranquilli nel discuterle con il vostro psicoterapeuta e che, in ogni caso, possiate dire di essere stati trattati con rispetto.
Ma, a prescindere da questo, quali sono le motivazioni più comuni, che inducono ad interrompere un percorso terapeutico?
Ecco, qui di seguito, le 5 ragioni principali, per le quali le persone abbandonano la psicoterapia.
1. Sentono che non le sta portando da nessuna parte.
Molte persone vanno in analisi per settimane, ma non avvertono alcun miglioramento nella loro condizione, qualsiasi essa sia.
Se anche le vostre sessioni terapeutiche non sembrano essere produttive, discutetene con il vostro psicoanalista.
Se non riuscite a far cambiare corso alle cose, potrebbe essere giunto il momento di rivolgersi ad un altro professionista.
2. Non trovano il professionista “giusto”.
Se, partecipando alle vostre sessioni, sentite che qualcosa resta “fuori” nella discussione tra voi e lo psicoterapeuta, oppure che egli non riesce a comprendervi completamente, non investite il vostro tempo in un trattamento che non vi permette di andare avanti. Potete rivolgervi ad uno dei professionisti tra i quali scegliere, perché, cercando di forzare una connessione tra voi e quello sbagliato, il rapporto non potrà mai funzionare e potrebbe essere persino dannoso per la vostra salute psicofisica.
3. La terapia diventa troppo difficile.
In alcune fasi della vostra psicoterapia, vi può venir chiesto di lavorare su alcuni aspetti importanti della vostra vita, ad esempio delle modalità di pensare radicate e difficili da cambiare. Questo non è il tempo di arrendersi, ma chiedete al vostro psicoterapeuta un supporto maggiore o di suddividere i compiti in parti più facili.
Se, invece, vi viene chiesto di rivivere esperienze troppo dolorose, chiedete che ci si approcci al trattamento in una maniera diversa, se quello in corso vi fa sentire peggio.
4. La terapia è troppo costosa.
Vista quel che è l’assicurazione e che, a volte, essa limita il vostro numero di visite, nel complesso può essere difficile completare un dato trattamento entro i parametri. Assicuratevi di fare la maggior parte del lavoro fuori dalle vostre sessioni, preoccupandovi in anticipo di ogni compito assegnato e chiedendo ed usufruendo di materiali e risorse, pertinenti al vostro problema, da utilizzare a casa.
5. Il professionista comincia a prescrivervi dei farmaci.
Può succedere che, vista la gravità della Depressione o Ansia del paziente, il suo medico o psicologo suggerisca dei farmaci antidepressivi o ansiolitici. Anche se questi hanno una loro utilità nelle situazioni di crisi, sono, spesso, il motivo per il quale le persone abbandonano la loro psicoterapia: essi, infatti, “intorpidiscono” il dolore immediato delle persone, facendole sentire sollevate. Costoro, di conseguenza, tendono ad evitare di impegnarsi in un lavoro mirato all’origine dei problemi che stanno causando il disagio emotivo perché sentono di stare bene.
Però, appena essi interrompono i farmaci, riemergono i sintomi ed i disagi iniziali e tornano a stare peggio. Bisognerebbe evitare, quindi, di fuggire da loro, ma lavorare da subito fino alla radice del problema.
Fonte: PsychCentral.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)