Lettura e scrittura modificano la struttura e la funzione del cervello
Per leggere e scrivere, il cervello deve coordinare numerose funzioni percettive e cognitive. Queste includono, per esempio, le abilità visive di base, la percezione fonologica, la memoria a lungo termine e la memoria di lavoro.
Leggere e scrivere è qualcosa che molti di noi danno per scontato. Afferrare una penna per scrivere qualcosa o utilizzare lo smartphone per leggere o rispondere a un messaggio o una mail è qualcosa a cui non si dedica molta riflessione.
Tuttavia, secondo i ricercatori del Max Planck Institute for Psycholinguistics, Paesi Bassi, leggere e scrivere sono abilità straordinariamente complesse.
Per leggere e scrivere, il cervello deve infatti coordinare numerose funzioni percettive e cognitive. Queste includono, per esempio, le abilità visive di base, la percezione fonologica, la memoria a lungo termine e la memoria di lavoro.
Ecco perché ci vogliono anni di pratica per leggere e scrivere. Imparare a leggere e scrivere a sua volta modifica la struttura e la funzione del cervello.
La ricerca in questo settore si concentra su due domande fondamentali: quali condizioni devono essere in atto per essere in grado di imparare a leggere e scrivere? In che modo questa complessa abilità influisce sulla nostra percezione e cognizione?
Per rispondere a queste domande, i confronti sono particolarmente utili: ad esempio, guardando le differenze tra buoni lettori adulti e adulti che non hanno mai imparato a leggere; o la differenza tra i bambini che imparano a leggere facilmente e i bambini che hanno più difficoltà in questo, o possono avere la dislessia.
Nel caso della dislessia in particolare, è spesso difficile distinguere se i deficit associati sono causali o se si verificano perché i lettori di età comparabile hanno allenato queste capacità cognitive attraverso la lettura.
Alcuni anni fa, Josè Morais dell'Università di Bruxelles ha evidenziato che la lettura migliora sensibilmente la consapevolezza fonologica, cioè la capacità di riconoscere specifiche strutture sonore di una lingua.

Le persone con dislessia spesso trovano difficile distinguere queste strutture. John F. Stein dell'Università di Oxford sostiene invece che questo è solo un effetto collaterale, piuttosto che la causa, delle difficoltà di lettura.
Le persone che non sono in grado di leggere analizzano le immagini in modo diverso.
Lo stesso Falk Huetting, insieme ad altri ricercatori, ha identificato altre effetti caratteristici della dislessia, ma che si osservano anche nelle persone analfabete.
Questi includono la percezione delle categorie, la memoria verbale a breve termine, la capacità di ripetere pseudo-parole e la capacità di nominare rapidamente immagini, colori e simboli e di prevedere come potrebbero continuare le frasi pronunciate.
Rispetto a questi ultimi, i ricercatori interpretano questi deficit come il risultato dell'analfabetismo o della scarsa capacità di lettura piuttosto che della loro causa.
Il confronto tra individui analfabeti e lettori adulti mette in risalto ripetutamente quanto l'apprendimento alla lettura cambia il nostro cervello.
Secondo uno studio di ricercatori francesi e spagnoli, le persone che sono incapaci o appena in grado di leggere non trovano più difficile analizzare sequenze di lettere, ma hanno sequenze di elaborazione di immagini simili.
Un ulteriore studio in Portogallo ha rilevato che anche le persone analfabete trovano più difficile distinguere come un oggetto sia orientato nello spazio – per esempio, un martello raffigurato in diagonale, dove la testa e l'impugnatura possono puntare in varie direzioni.
I lettori pratici possono solo intuire gli svantaggi affrontati da coloro che non hanno mai avuto la possibilità di imparare a leggere e scrivere.
Un settore a cui è stata prestata poca attenzione è il test cognitivo utilizzato in neuropsicologia per diagnosticare la demenza in stadio precoce negli anziani.
La ricercatrice greca Mary H. Kosmidis sottolinea che questi test sono pensati per le persone che sono alfabetizzate. Le abilità che testano sono spesso formate dalla lettura e dalla scrittura, e i risultati di questi test saranno probabilmente distorti di conseguenza se impiegati su individui analfabeti. In Europa, ci sono ancora numerose persone anziane che non sono in grado di leggere e scrivere.
Secondo i dati dell'UNESCO, a livello globale il numero di persone analfabete rimane al 15%. Josè Morais spiega come non sono solo gli analfabeti stessi a essere influenzati da questo, ma l'intera umanità.
Sostiene che gli effetti dell'alfabetizzazione non finiscono quando i bambini hanno imparato a leggere, ma che ha effetti profondi e duraturi sulla loro cognizione e conoscenza.
La capacità di leggere e scrivere è essenziale per la capacità di analizzare problemi complessi e per il flusso di idee e pensiero critico. Facilita il dibattito pubblico informato e un processo decisionale collettivo sensato.
Più persone sono alfabetizzate, meglio sono in grado di esercitare il controllo sugli affari pubblici e di contribuire a un governo genuinamente democratico.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro