Matrimonio disperato o sessualità della speranza?
Stile di attaccamento e desiderio sessuale nelle relazioni di coppia!
Quando si parla di matrimonio non si fa riferimento soltanto ad una promessa di condivisione “eterna” tra due persone, in salute e in malattia, ma si sottintende anche che il sesso continuerà a mantenere questa unione viva e completa.
Con i “voti sacri” sanciti dal vincolo del matrimonio ci si impegna anche nel promettere fedeltà al partner come unico soggetto d’amore con il quale si condividerà la propria vita sessuale.
Il fare l’amore più e più volte accresce l’attaccamento nella coppia e da un punto di vista biologico, il rilascio di ossitocina regola e rinforza tale legame.
In questo senso, l’attaccamento significa riuscire a tollerare le differenze dei propri partner, in quanto il loro modo di essere, i loro obiettivi, così come le loro visioni ed esigenze divengono per l’altro delle vere priorità.
Allo stesso tempo si lavora per creare una visione unitaria della propria relazione, restando attenti a non lasciare che una sfera delle priorità tenda a surclassare le altre.
Ci si trova uno accanto all’altro e nonostante i percorsi possano essere separati, si ha la percezione di tenersi sempre per mano.
A casa e a letto ci si ritrova faccia a faccia per “rifornirsi” emotivamente l’un l’altro per far fronte al giorno successivo. Il sesso è quindi inteso sia come il risultato di quegli sforzi atti a mantenere la connessione nella coppia, e sia come il modo attraverso cui si va a formare un’intimità senza eguali.
Nutre il nostro corpo e il nostro spirito; senza paura, ci arrendiamo a raggiungere l’orgasmo in presenza del nostro amante.
Una “sessualità della speranza” fa riferimento a quel tempo in cui si può essere presenti, rilassati e godere dei piaceri del tatto e dell’orgasmo.
Questa sessualità rappresenta il risultato di un attaccamento sicuro tra due persone che si sposano e continuano a desiderarsi: è cioè la fantasia di ogni amante.
L’obiettivo è quello di trovare un partner che completi e accetti i nostri limiti senza perdere mai il desiderio dell’altro.
All’interno del presente articolo gli psicoanalisti Christopher Clulow e Maureen Boerma mettono in risalto come i disturbi del desiderio sessuale sono il risultato di interruzioni nella relazione di attaccamento durante l’infanzia:
“si potrebbe dire che la sessualità della speranza sia associata ad un attaccamento sicuro, rispetto ad una sessualità della disperazione associata con un attaccamento insicuro in cui si evidenzia un comportamento sessuale che coinvolge la sfera emotiva, o un’attività sessuale intensificata che però risulta ‘preoccupata’ e guidata dalla paura dell’abbandono”.
La speranza consente di sentire che la connessione con l’altro porterà anche ad un compimento di sé. Coloro che invece sono in balia delle emozioni, come preoccupazione e paura, credono di non aver bisogno di un “altro”.
Durante l’infanzia, i bisogni di affetto e di cura non vengono soddisfatti, e crescendo, diminuisce sempre di più, la sensazione di ricercare tali attenzioni.
Spesso i partner sessuali di soggetti evitanti/distanzianti/preoccupati, non riescono a dare un senso a questo comportamento.
La qualità dell’incontro risiede solo nella pratica sessuale, senza una vera connessione emotiva e sentimentale; questo atteggiamento per quanto meccanico è solo un modo di difendersi da ciò che non si conosce. Donare il cuore appare infatti come pericoloso.
In relazioni di questo tipo, se la vita sessuale è scandita da questa routine, il partner potrebbe iniziare a lamentarsi in quanto non si sente “voluto personalmente”. I baci possono essere evitati perché troppo intimi.
Il partner distanziante/evitante spesso si descrive come avente una scarsa libido, mentre l’altro descrive il rapporto come vuoto.
In molti casi, l’evitante/distanziante può rifugiarsi in una pratica compulsiva masturbatoria, per sfuggire dal dover creare e stabilire una relazione intima con un’altra persona.
Vi sono infatti molte donne con basso desiderio che evidenziano come preferiscono la masturbazione, piuttosto che il fare l’amore con un’altra persona.
La sessualità del partner “preoccupato” è spesso intrisa di ansia. Questi soggetti, quando erano bambini, vivevano sintonizzati su un canale intermittente, in cui le esigenze e i bisogni venivano soddisfatte a fasi alterne, in maniera causale, piuttosto che quando ne avessero realmente bisogno.
In questi soggetti l’attività sessuale è costellata dalla presenza di pensieri continui pieni di risentimento che li portano a credere che il partner non sia soddisfatto, che il sesso sia durato troppo poco e che lo si debba fare molto più spesso; d’altro canto, i partner di questi soggetti sottolineano come questi non sembrino soddisfatti.
Poiché ogni incontro è avvertito come insoddisfacente, il soggetto preoccupato sviluppa un desiderio frenetico di aumentare l’intensità sessuale, sperando di trovare qualcosa che possa placare l’ansia e iniziando a proporre anche altre attività o luoghi dove poter fare sesso.
I due autori sostengono la necessità di una varietà creativa sessuale nel matrimonio, ma in termini di desiderio crescente che col tempo può essere soddisfatto.
Nelle relazioni disfunzionali, gli sforzi del partner verso questa creatività vengono sabotati e l’escalation di ansia e di controllo porta questi soggetti ad agire in modo critico, a causa della paura di non essere e avere abbastanza.
In generale, all’interno di queste relazioni, tali soggetti possono muoversi alle estremità esterne di tale dinamica e sviluppare un modello “miserabile” di preoccupazione o distanziamento.
Il primo passo verso la risoluzione è quella di smettere di incolpare l’altro; questi modelli sono infatti mantenuti da sottili movimenti compiuti da entrambi i partner.
Il desiderio pone spesso le sue radici all’interno di una coppia e non in una sola persona. Imparare a riflettere sul proprio ruolo nella dinamica relazionale, piuttosto che concentrarsi sul problema del proprio partner, è il percorso più rapido per instaurare l’attaccamento.
Impegnarsi a soddisfare anche le esigenze del proprio partner è un atto di volontà e di amore. Qualora questo non avvenga il risultato potrebbe essere quello di instaurare una relazione sessuale meccanica o “anoressica”, che determina così un romanticismo piatto e trattenuto.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)