Misurare l’intelligenza… guardandosi negli occhi!!
Uno studio rivela che le dimensioni delle pupille riflettono le capacità cognitive di un individuo.
Sarebbe davvero utile poter capire se la persona con la quale stiamo parlando ci sta ascoltando e se, soprattutto, sta comprendendo quello che le diciamo.
Ci chiediamo sempre “Riuscirà a fare tutto e per bene?”!
E quante volte vi è capitato di urlare: “Ma parlo arabo??!”…
Quanto sarebbe bello se riuscissimo a trovare un modo per prevedere tutto questo?
Secondo uno studio, recentemente pubblicato su “Cognitive Psychology”, le dimensioni delle pupille a riposo potrebbero essere indici della capacità cognitiva degli uomini.
Dati di partenza.
È stato già stabilito che le dimensioni della pupilla non riflettono solo la quantità di luce che entra nell’occhio.
Dall’altra parte, però, si pensava anche che il diametro della pupilla non potesse costituire una misura accurata dell’attività cerebrale.
Il Locus Coeruleus.
Più recentemente, però, la scoperta che l’attività in un’area del cervello, che si chiama Locus Coeruleus, comporta dei cambiamenti nelle dimensioni della pupilla, ha dato vita all’ipotesi che proprio quest’ultime potrebbero essere un utile indicatore dell’elaborazione a livello nervoso.
Il Locus Coeruleus è una parte del tronco cerebrale, che ha collegamenti con il resto del cervello, tra cui la Corteccia Prefrontale, la quale svolge un ruolo cruciale nelle capacità cognitive, come la memoria e l’intelligenza.
Esso, inoltre, è la principale fonte di un neurotrasmettitore del Sistema Nervoso Centrale, la norepinefrina, il quale, tra le altre cose, regola l’attività cognitiva in aree come la Corteccia Prefrontale.
Alla luce di tutto questo, è possibile, pertanto, che la dimensione della pupilla possa essere effettivamente un valido riflesso dell’attività a livello neurale.
Se così fosse, il diametro pupillare potrebbe essere utilizzato per determinare le eventuali differenze nelle capacità cognitive dell’uomo.
Lo studio ed i risultati.
512 persone hanno partecipato ad una serie di studi, condotti dal Dott. Jason Tsukahara, Dott. Tyler Harrison e dal Dott. Randall Engle (Georgia Institute of Technology), i quali hanno indagato il rapporto tra dimensioni della pupilla a riposo e memoria di lavoro (parte della memoria a breve termine associata con l’elaborazione immediata) ed intelligenza fluida (la capacità di pensare in modo astratto e risolvere problemi).
Il diametro pupillare è stato misurato attraverso unità di eye tracking, mentre i partecipanti svolgevano attività che coinvolgevano la memoria e l’intelligenza fluida.
I risultati dello studio hanno rivelato che ci sono enormi differenze nelle dimensioni delle pupilla a riposo tra individui con alte capacità cognitive e quelli con basse capacità.
In alcuni casi, inoltre, il divario tra i singoli individui era visibile anche ad occhio nudo.
In più, tali discrepanze venivano conservate anche quando le persone stavano svolgendo un compito che richiedeva uno sforzo mentale.
Infine, è stato visto che altri fattori, come l’età e l’uso di droghe, anch’essi collegabili ai cambiamenti nel diametro pupillare, non erano responsabili della relazione tra intelligenza fluida e dimensione della pupilla a riposo trovata.
Tutti questi dati stanno a significare, insomma, che determinare il diametro pupillare a riposo potrebbe fornire una misura efficace dell’intelligenza e delle capacità cognitive di un individuo.
Considerazioni.
Anche se i risultati di questo studio mostrano che le dimensioni della pupilla a riposo potrebbero aiutarci a capire come avviene l’elaborazione a livello mentale, gli autori sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere a pieno le differenze individuali in questo ambito.
Fonte: Psy Post
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)