Musicoterapia, salute e benessere
Autismo, demenza, depressione, insonnia e sviluppo infantile: la musicoterapia come terapia integrativa per molte condizioni!
La visione comune del farmacista potrebbe essere quella di un soggetto che mira a promuovere e suggerire, indistintamente, l'utilizzo di un farmaco per ciò che ci affligge.
Tuttavia la Dottoressa Catherine Ulbricht, co-fondatrice della Natural Standard Research Collaboration, ritiene che questo sia vero nei casi di assistenza sanitaria; in qualità di farmacista aspira primariamente a ricercare una via meno invasiva per promovuore il benessere dell'altro, attraverso delle misure di prevenzione dello stress, o un programma di esercizio fisico prima di prescrivere la “pillola magica”.
Una modifica dello stile di vita può infatti aiutare a prevenire gli effetti e le interazioni avverse associate con alcuni farmaci, erbe e integratori.
Si è però osservato come, per la maggior parte delle persone, la musica rappresenti una parte importante della vita quotidiana.
Alcuni utilizzano la musica per “rasserenare” le mattinate intense che li aspettano, mentre altri possono prediligere alcuni tipi di musica rispetto ad altri ad esempio durante un allenamento.
Molte persone ricorrono alla musica anche mentre cucinano, fanno la doccia o raccolgono il bucato.
La musica è spesso legata all'umore: una certa canzone può farci sentire felici, tristi, energici o rilassati.
Considerando quindi che la musica può avere un determinato impatto sulla mentalità e benessere della persona, non dovrebbe essere una sorpresa constatare che la musicoterapia è stata studiata per comprendere come poterla usare nella gestione di numerose patologie.
Le diverse forme musicali possono infatti avere degli effetti terapeutici, ma in tal senso non possono essere tralasciate le provenienze culturali di ognugno.
Nella teoria medica cinese si ritiene che i cinque organi interni e i sistemi meridiani siano corrispondenti a determinati toni musicali che vengono utilizzati per favorire la guarigione.
Le tipologie musicali si differenziano per i tipi di stimolazione neurologica che evocano.
Ad esempio, si è visto che la musica classica può determinare una sensazione di confort e di relax, mentre quella rock può determinare disagio.
La musica può raggiungere i suoi effetti terapeutici elevando, in parte, la soglia del dolore; questa può essere utilizzata con l'immaginazione guidata per produrre stati alterati di coscienza che aiutano a scoprire le risposte emotive nascoste, nonché stimolare intuizioni creative.
Può essere utilizzata in classi per aiutare i bambini nello sviluppo delle compentenze linguistiche.
Le evidenze scientifiche sostengono che l'uso della musicoterapia si rivela utile per il miglioramento del tono dell'umore, nonché per alleviare sintomi legati all'ansia e allo stress.
Verranno quindi ora presentate alcune condizioni per le quali la musicoterapia è stata studiata e supportata da buone prove scientifiche.
Autismo
L'autistmo è un disturbo cerebrale associato con una vasta gamma di problemi dello svilluppo, in particolare per la comunicazione e le interazioni sociali.
Secondo l'American Psychiatric Association, l'autismo è classificato come un disturbo dello spettro autistico (ASD).
Questi disturbi sono caratterizzati da problemi di comunicazione, interazione sociale, nonché comportamenti ripetitivi e insoliti.
Alcuni professionisti utilizzano un termine più ampio per descrivere l'autismo chiamato disturbo pervasivo dello sviluppo (Pervasive deveolpment disorder, PDD).
Oltre all'autismo, vi sono altri quattro disturbi che si qualificano come PDD: la sindrome di Aspeger, il disturbo disintegrativo dell'infanzia, Sindrome di Rett, e disturbo dello sviluppo non altrimenti specificato (PDD-NOS).
Le persone che hanno disturbi dello spettro autistico mostrano un maggiore interesse e risposte alla musica; questo può quindi essere di aiuto nell'insegnamento delle capacità di comunicazione verbale e non verbale e nello stabilire i normali processi di sviluppo.
Demenza
Il termine demenza si riferisce ad una degenerazione delle funzioni cognitive che coinvolge le capacità di comprensione, percezione e consapevolezza di pensieri e idee.
Questa può essere causata da cambiamenti nel cervello associate alla malattia o un trauma; i cambiamenti possono avvenire gradualmente o rapidamente.
Le funzioni cognitive che possono essere influenzate dalla demenza comprendono il processo decisionale, il giudizio, la memoria, l'orientamento spaziale, il pensiero, il ragionamento, e la comunicazione vervale.
La demenza può anche provocare cambiamenti comportamentali e della personalità, a seconda della zona/e del cervello che sono deteriorate dalla malattia.
In adulti più anziani con il Morbo di Alzheimer, la demenza e altri disturbi mentali, la musicoterapia sembrerebbe ridurre il comportamento aggressivo o agitato, ridurre i sintomi della demenza, miglioramenteo del tono dell'umore e una maggiore cooperazione rispetto alle attività quotidiane.
La musicoterapia può anche diminuire il rischio di malattie cardiache in pazienti anziani affetti da demenza.
Depressione
La depressione è un disturbo mentale che coinvolge il corpo, l'umore e i pensieri; questa è classificata come disturbo dell'umore e presenta una sintomatologia che colpisce il modo in cui una persona mangia e dorme, il modo in cui si sente, e il modo in cui si pensano le diverse situazioni della vita.
A differenze delle normali esperienze emotive di tristezza, perdita, lutto e via dicendo, i disturbi depressivi sono persistenti e possono interferire in modo significativo con i pensieri in un individuo, il comportamento, l'umore, l'attività e la salute fisica.
Secondo l'Istituto Nazionale della Salute Mentale, i disturbi depressivi colpiscono circa 18,8 milioni di adulti americani e, in un anno il 9,5 % della popolazione americana sopra i 18 anni.
Rispetto alla musicoterapia, si è osservato che in tale condizione questa può aumentare la reattività ai farmaci antidepressivi.
Negli adulti anziani con depressione, un programma basato sulla musicoterapia può produrre effetti benefici di lunga durata. Nelle donne adulte depresse, la musicoterapia può portare ad una riduzione della frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa, e umore depresso. La musicoterapia può anche essere utile in pazienti che hanno sviluppato la depressione dopo interventi legati all'impianto di una protesi o in pazienti sottoposti ad emodialisi.
Sviluppo infantile
La letteratura ha evidenziato che la musica ascoltata durante la gravidanza può aiutare i bambini a essere più sensibili alla musica dopo la nascita.
La musica rilassante può infatti aiutare i neonati ad essere più rilassati e meno agitati. I neonati pre-termine esposti alla musica possono presentare un aumento dei tassi di alimentazione, aumento di peso e maggiore tolleranza alla stimolazione. Essi possono anche riuscire a dormire meglio dopo la terapia.
Qualità del sonno
L'insonnia rappresenta una difficoltà ad addormentarsi, avere un sonno ristoratore e svegliarsi troppo presto la mattina. Si tratta di un problema di salute comune che può causare eccessiva sonnolenza diurna e mancanza di energia.
L'insonnia a lungo termine può causare nel soggetto un perenne senso di stanchezza, depressione, irritabilità, difficoltà nel prestare attenzione e nel ricordare, ledendo così al funzionamento sociale, scolastico e/o lavorativo.
Un'insonnia grave può determinare anche alterazioni neurochimiche nel cervello che possono causare problemi come ansia e depressione, rinforzando ulteriormente l'insonnia.
Negli adulti più anziani si è osservato che la musica può favorire un miglioramento significativo della qualità del sonno, così come una durata più lunga del sonno, una sua maggiore efficienza, un tempo minore per addormentarsi, meno disturbi del sonno e meno disfunzioni durante il giorno.
Così come la musica può favorire uno stato di rilassamento e di pace, altre forme di musica possono invece indurre agitazione.
Vi sono diverse prove che la musica che riflette le preferenze personali di chi le ascolta è più probabile che produca gli effetti desiderati.
È possibile che la musica attraverso le cuffie durante le procedure mediche potrebbe interferire con la collaborazione del paziente con le procedure stesse.
Inoltre, l'ascolto di musica ad alto volume può danneggiare le orecchie e portare alla perdita dell'udito.
La musica non deve essere utilizzata come unico trattamento per le condizioni mediche o psichiatriche potenzialmente pericolose; l'uso non è raccomandato in coloro che non amano la musicoterapia in quanto potrebbe produrre agitazione o stress.
Pertanto, potrebbe risultare utile consultare un medico o un farmacista prima di provare tutte le nuove terapie complementari e alternative. Solo così si può scegliere il trattamento più efficace per soddisfare le proprie esigenze.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)