Obesità e ADHD: esiste un legame?
Secondo una recente ricerca, pubblicata nella rivista “Pediatrics”, soggetti che hanno ricevuto una diagnosi di ADHD nell'infanzia hanno una probabilità maggiore di divenire obesi in età adulta.
I ricercatori del Langone Medical Center di New York hanno scoperto che gli uomini che da piccoli avevano ricevuto una diagnosi di Disturbo da deficit d'attenzione e iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD), presentavano una probabilità maggiore, di circa il doppio, di divenire obesi una volta adulti.
Il nuovo studio intitolato “Obesità negli uomini con ADHD infantile: 33 anni di studio controllato, prospettico e follow-up” (Obesity in Men With Chilhood ADHD: A 33-Year Controlled, Prospective, Follow-up Study), è stato pubblicato nella rivista “Pediatrics”.
I diversi Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, stimano che l'ADHD è uno dei più comuni disturbi neuro-comportamentali.
L'ADHD è spesso diagnosticato in età infantile e può permanere anche nell'età adulta; si stima che il 5% della popolazione mondiale sia afflitta da tale disturbo.
Gli uomini hanno maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di questo tipo rispetto alle donne.
“Alcuni studi si sono focalizzati sui risultati a lungo termine di quei pazienti con diagnosi di ADHD durante l'infanzia. In questo studio abbiamo voluto valutare i risultati della salute dei bambini con diagnosi di ADHD, concentrandoci sui tassi di obesità e sull'indice di massa corporea”, ha affermato Francisco Xavier Castellanos, direttore del Child Study Center di Langone.
“I nostri risultati hanno evidenziato che anche quando si controllano altri fattori, spesso associati con un incremento dei punteggi dell'obesità, come la componente socio-economica, gli uomini con diagnosi di ADHD avevano un rischio significativamente maggiore nel presentare elevati livelli di Indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) e obesità da adulti”.

Lo studio prospettico ha incluso 207 uomini bianchi diagnosticati con ADHD ad un età media di 8 anni e un gruppo di confronto di 178 uomini che non presentavano tale disturbo; sono stati abbinati per razza, età residenza e classe sociale.
L'età media al folow-up era di 41 anni; lo studio è stato progettato per confrontare l'indice di massa corporea (BMI) e i tassi di obesità negli uomini cresciuti con e senza ADHD infantile.
I risultati hanno mostrato che, in media, gli uomini con ADHD infantile avevano un Indice di massa corporea significativamente più alto (30,1 Vs 26,6) e tassi di obesità maggiori (41.1% vs 21,6%), rispetto a uomini che non avevano ricevuto tale diagnosi nell'infanzia.
Rispetto al legame tra questi due disordini, il Dottor Castellanos ha dichiarato: “I risultati dello studio sono interessanti ma non sorprendenti per coloro che hanno pazienti in trattamento con ADHD. La mancanza del controllo degli impulsi e la scarsa capacità di pianificazione sono sintomi spesso associati alla condizione e possono quindi innescare scelte e abitudini alimentari irregolari e disfunzionali”.
Lo studio cita inoltre i correlati neurobiologici come la disfunzione delle vie dopaminergiche fronto-striatali che sono implicate sia nel Disturbo da deficit di attenzione e iperattività che nell'obesità.

Questi circuiti neuronali sono fondamentali per il controllo dell'impulso, le funzioni esecutive e la sensibilità della ricompensa.
Gli autori affermano: “le evidenze preliminari in pochi individui con entrambe le condizioni suggerisce la presenza di alterazioni genetiche in regioni cromosomiche che coinvolgono quei geni che regolano il sistema dopaminergico ed i sistemi correlati, come la melanocortina, implicata sia nellADHD che nell'obesità”.
Il Dottor Castellanos conclude:
“Questo studio sottolinea che i bambini con diagnosi di ADHD devono essere monitorati per il rischio a lungo termine dell'obesità e necessitano di percorsi di supporto per lo sviluppo di abitudini alimentari sane durante la crescita”.
Ovviamente i ricercatori si sono anche chiesti: potrebbe esistere un legame tra i farmaci usati per trattare il disturbo nell'infanzia e l'obesità degli adulti?
Molti dei farmaci usati per trattare l'ADHD, come il Ritalin e l'Adderall, hanno effetti collaterali che sopprimono l'appetito.
Lo studio attuale non ha affrontato questo aspetto; tuttavia, bisognerebbe valutare l'eventuale correlazione tra l'interruzione dell'assunzione farmacologica e la variazione del comportamento alimentare.
Chiaramente, è necessario fare molte più ricerche per tracciare modalità efficaci per combattere il circolo vizioso dell'obesità e rallentare così questa epidemia.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)