Odiare le donne: la misoginia
Una persona che si sente giustificata nell'abusare, sminuire, attaccare, discriminare o violare una donna semplicemente perchè è donna è un classico esempio di misoginia.
La misoginia si riferisce ad un vero e proprio odio per le donne, ed in genere è espressa come discriminazione sessuale o oggettivazione verso persone di sesso femminile indipendentemente dall'età.
Poiché il comportamento e gli atteggiamenti misogini sono un problema diffuso, molte donne lo interiorizzano, il che può assumere la forma di auto-oggettificazione e accettazione passiva dei ruoli di genere tradizionali.
Esempi di misoginia
Una persona che si sente giustificata nell'abusare, sminuire, attaccare, discriminare o violare una donna semplicemente perchè è donna è un classico esempio di misoginia.
Forme meno violente possono apparire all'interno di famiglie, aule o luoghi di lavoro.
Ad esempio, un padre potrebbe avere difficoltà a vedere al di là del sesso di sua figlia e potrebbe trattarla in modo diverso rispetto ad un figlio; un insegnante può scoraggiare una giovane donna dal perseguire discipline accademiche o percorsi di carriera che sono tipicamente maschili, come la matematica, scienze e tecnologia; ed un datore di lavoro potrebbe astenersi dall'offrire una promozione o un aumento di stipendio ad una lavoratrice, indipendentemente dalla qualità del suo lavoro.
Altri esempi sono le ricorrenze quotidiane di uomini che adottano in pubblico comportamenti denigratori nei confronti delle donne, fischiandole per strada o facendo apprezzamenti spesso volgari sul loro aspetto fisico.
L'oggettivazione, in generale, è una forma di misoginia in cui la donna è vista come oggetto progettato esclusivamente per il piacere e la gratificazione sessuale.
Una forma meno nota di misoginia si verifica tra le donne; le donne possono benissimo interiorizzare i messaggi misogini della società in generale e proiettarle l'una sull'altra.
Su una scala più ampia, questo può manifestarsi come una generale mancanza di fiducia in altre donne.

Una donna può anche guardare in basso e condannare un'altra donna per il modo in cui si veste o perchè la reputa sessualmente aperta o promiscua; o può sentirsi minacciata da una concorrente femminile e cercare così dei modi per impedirle di avere successo.
Impatto della misoginia sulla salute mentale
Uno degli effetti più devastanti della misoginia riguarda le donne cresciute in famiglie e società in cui la prevalenza di atteggiamenti misogini è così forte che le donne imparano ad odiarsi sin dalla giovane età. Si parla in tal senso di misoginia interiorizzata.
In alcuni ambienti, alle donne può essere insegnato a vergognarsi della loro bellezza, del loro corpo e dell'effetto che hanno sugli uomini.
Possono essere maltrattate e costrette a credere che sia colpa loro perchè gli è stato insegnato che gli uomini hanno spesso difficoltà a trattenersi dinnanzi a loro.
Se ad esempio una donna viene maltrattata o violentata, ci sono alcuni che potrebbero dire loro che sia dipeso dal modo in cui si sono vestite o perchè hanno agito in modo suggestivo, ambiguo, malizioso o sessuale.
Per la vittima, questo può contribuire a problemi di salute mentale; le viene in sostanza detto che è colpevole di essere stata aggredita, il che genera vergogna, senso di colpa per il suo corpo inscrivendosi così nella sua psiche.
Alcune donne si sono infatti suicidate successivamente un incidente traumatico. Gli impatti interiorizzati della misoginia sulle ragazze e sulle donne possono riflettersi inoltre in problemi di immagine corporea, alimentazione disordinata, dieta ossessiva o esercizio fisico.
Con il messaggio di oggettivazione femminile profondamente radicata nella mente di molte donne durante i loro anni formativi, la pressione per mantenere un'apparenza gradita agli uomini – e più carina di altre donne – è spesso inevitabile.
Le inclinazioni misogine influenzano anche il benessere psicologico dei perpetratori di odio e violenza nonché atteggiamenti umilianti nei confronti delle donne.
Gli uomini che non possono amare le donne avranno spesso difficoltà a sostenere relazioni intime durature e salutari con le donne.
Entrambe queste esperienze possono portare a sentimenti di isolamento, solitudine e depressione.
Storia della misoginia
Alcune teorie affermano che la misoginia derivi da una paura annessa alla perdita del potere.
Al fine di mantenere l'autocontrollo in loro presenza, gli uomini possono odiare o attaccare le donne per sottometterle o evitare di affrontare i propri sentimenti di desiderio e debolezza.
Questo probabilmente si verifica a livello subconscio, in quanto possono essere stati condizionati a vedere le donne in una luce negativa come conseguenza dell'influenza familiare, sociale e culturale.
Questo condizionamento è, in parte, radicato nei testi e nelle credenze religiose ampiamente imposti da alcune istituzioni religiose.
Un certo numero di storie e insegnamenti biblici raffigurano le donne come tentatrici e fonti di piacere immorale ed indulgenza; questi insegnamenti possono inviare il messaggio che non ci si può fidare delle donne.

Ad esempio, nella Bibbia, la grande caduta dell'umanità è attribuita alla disobbedienza di Eva; secondo la dottrina, fu la prima donna creata da Dio ed il primo essere umano a commettere un peccato.
Dalila è un altro personaggio biblico dell'Antico Testamento che seduce e tradisce Sansone.
Jezebel, altro personaggio biblico, ha un nome il cui attuale sinonimo è di “donna impudente, spudorata o moralmente sfrenata”.
Questo tema generale può essere trovato nella Bibbia: grandi uomini lasciati fuori strada da donne ribelli ed egoiste.
Ci sono anche diverse storie che raccontano l'integrità e l'onore delle donne che pregano, obbediscono, servono e rimangono in silenzio in presenza degli uomini.
Il noto scrittore russo Lev Tolstoy è un altro che ha scritto ampiamente sulla sua condiscendente e spesso condannante visione delle donne e della loro sessualità; si riferiva alle mogli come “prostitute a lungo termine” e alla fine giunse alla conclusione che evitare del tutto il sesso era l'unico modo per proteggersi dal potenziale “abbandono emotivo” che può accompagnare un'intima relazione sessuale con una donna se sceglie di andarsene.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro