Perché i bambini si comportano male?
Cosa succede (realmente) in queste situazioni? Come gestirle?
Siamo adulti; parliamo come adulti, usiamo il ragionamento deduttivo, pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni e prendiamo delle decisioni sulla base dei fatti (la maggior parte delle volte).
Non sempre, però, dimostriamo questa padronanza nella vita, soprattutto quando ci troviamo a gestire un bambino che si comporta male.
Essere a contatto con i bambini giorno dopo giorno fornisce una fantastica prospettiva di chi sono realmente. A volte sono meravigliosi angeli mandati dal cielo per ricordarci la bellezza della vita. Altre sono piccoli vampiri emotivi, che aspettano solo che ci distraiamo per poter colpire il nostro punto debole. Per la maggior parte del tempo oscillano nel mezzo di questo continuum.
Al contempo, dobbiamo riconoscere che, spesso, riponiamo in loro aspettative troppo alte.
La “Sindrome del piccolo adulto” entra in gioco quando trattiamo i bambini come se non fossero altro che dei piccoli adulti: ci aspettiamo che usino le abilità logiche, di ragionamento e di risoluzione dei problemi, nello stesso modo in cui lo fanno i grandi.
Questo è vero per genitori, insegnanti e chiunque passi regolarmente del tempo con loro. Alziamo le nostre aspettative ad un livello, che i bambini non possono raggiungere, e, poi, restiamo delusi se essi non riescono a soddisfarle.

Vi siete mai chiesti cosa succede realmente quando i bambini, che non sono capaci di controllare le loro emozioni, si arrabbiano?
Fanno cose che non dovrebbero.
E cosa succede quando un bambino, che non ha imparato a chiedere le cose gentilmente, vuole qualcosa?
Se la va a prendere.
Bisogna offrire ai bambini l’opportunità di imparare.
Ricordate che essi hanno gli stessi bisogni di base degli adulti: amore/appartenenza, potere/realizzazione, libertà/indipendenza, divertimento, sopravvivenza. Solo non sono così bravi come gli adulti ad esprimerli ed è compito nostro aiutarli in questo.
Ogni azione ha uno scopo.
Il comportamento di un bambino, positivo o negativo, è un tentativo di soddisfare o di proteggere uno dei bisogni sopra menzionati. Però, poiché essi, in genere, non sono in armonia con le loro emozioni, o così bravi nel risolvere i problemi, possono compiere azioni, che, apparentemente, sembrano senza senso ed inutili.
In realtà, ci sono quattro obiettivi principali del cattivo comportamento dei bambini: attenzione, potere, rivincita ed inadeguatezza.
In ogni caso, il più grande problema, che abbiamo noi adulti quando i bambini si comportano male, è che la prendiamo sul personale. Loro sono bravi a ferire i nostri sentimenti. Il piccolo Johnny urla contro di voi quando gli dite che è ora di andare a letto; Suzie sussurra qualcosa di spiacevole; Stevie dice che non vuole che andiate in classe per il suo compleanno. Questi sono tutti esempi di cose che i bambini fanno e che rendono gli adulti tristi o arrabbiati.
Controllatevi e cercate il vero significato dietro ciò che sta succedendo.
Anche se lo scopo di un bambino è di farvi arrabbiare, ricordate che sta cercando di soddisfare o proteggere un suo bisogno.
Vi sta dicendo qualcosa di diverso.
Guardate oltre la superficie.
Fate un passo indietro, un respiro profondo ed esaminate la situazione più da vicino.
Gestire i cattivi comportamenti dei bambini può essere difficile.
Gli adulti, in genere, decidono di punirli quando si comportano male.
Qui sorge un altro problema, tuttavia: è veramente ciò di cui hanno bisogno? Cosa otterrete con questa soluzione?

Di certo, il bambino davanti a voi vi vuole comunicare una sua necessità e la maggior parte delle volte non si tratta di una sculacciata o di una punizione. Allora, cercate di capire cosa vi stanno chiedendo, di soddisfarli o, almeno, aiutateli ad esprimere meglio i loro bisogni.
I loro comportamenti hanno dei messaggi precisi. Quando penserete a cosa sta cercando di dirvi un bambino, il suo comportamento non vi sembrerà più così cattivo, ma imparerete a considerarlo come il modo di comunicare più efficace che conosca.
Fonte: PsychCentral.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)