Percorsi
Alcune persone mi hanno chiesto spiegazioni sulle attività dello psicologo e sulle differenze che vi intercorrono. Poiché lo spirito di questa pagina è quello di contribuire alla comprensione di argomenti di carattere psicologico generale e psicoanalitico in particolare, aderisco volentieri alla richiesta cercando di sintetizzare in poche righe quello che in realtà è un argomento vastissimo e molto interessante.
E poiché sono eminentemente un clinico, i chiarimenti che seguono riguarderanno l'attività clinica, lasciando ad altri il compito (non facile) di illustrare gli altri innumerevoli sviluppi e le praticamente infinite possibilità della psicologia applicata nel marketing, nel lavoro, nella politica e praticamente in quasi tutte le attività umane in epoca post-industriale.
Lo strumento fondamentale dello psicologo e dello psicoterapeuta è senza dubbio il colloquio. Parlare e soprattutto ascoltare è una delle attività più raffinate, peculiarità esclusiva dell'umano e veicolo fondamentale dell'apprendere e dello stabilire legami tra individui. Nell'incontro clinico, la persona esprime i suoi disagi e le sue sofferenze, ed il terapeuta lo ascolta nei contenuti e nella forma, nel pathos emotivo e spesso anche, fin dove possibile, nel non-detto. Questo primo incontro è fondamentale, finalizzato com'è all'analisi del problema e ad orientare il soggetto nella scelta del percorso terapeutico a lui più consono e più funzionale nella sua situazione.

Al nostro paziente possiamo offrire diverse alternative, e lo facciamo tenendo conto di molteplici fattori. Prendiamo in considerazione la sua personalità, l'intensità e la profondità della sua sofferenza, le sue risorse interne e la sua motivazione. Valutiamo la sua capacità di pensiero astratto e la sua propensione e disponibilità ad intraprendere un percorso che dovrà condurlo ad una minor sofferenza e ad una maggior flessibilità nei confronti di sé stesso e degli altri. Un percorso - è bene esserne avvertiti - talora non semplice e che ha bisogno di tempo per fiorire e dare i suoi frutti.
Per arrivare a questo risultato abbiamo diversi strumenti. La psicoterapia ad orientamento psicodinamico mira ad individuare le origini e le dinamiche del disagio individuale per elaborarle ed attenuarle, consentendo in tal modo un graduale ampliamento del grado di libertà e di stima di sé. Questo metodo prevede sedute individuali di quarantacinque minuti, e attraverso di esso è possibile trattare una quantità di disturbi, dall'ansia agli attacchi di panico, ai disturbi affettivi e di coppia ai problemi sessuali, fino ai disturbi del comportamento alimentare.
In qualche modo, la psicoterapia psicodinamica rappresenta un'applicazione più circoscritta della sua sorella maggiore, la terapia psicoanalitica. Dal punto di vista strettamente clinico, le indicazioni alla psicoanalisi sono, in essenza, le stesse della psicoterapia, quando però i disturbi si presentino in forma più severa. Tuttavia, essa non si occupa solo della risoluzione dei sintomi, ma si propone (e questo è fondamentale) come un percorso profondo per chi abbia il bisogno, o il legittimo desiderio, di conseguire una migliore consapevolezza di sé ed un allargamento dei propri orizzonti interiori.
C'è poi, infine, la psicoterapia di gruppo, che si esprime in incontri settimanali di un'ora e mezza tra non più di otto persone con tematiche affini. L'attenzione è qui rivolta alle modalità ed ai contenuti dell'interagire e, attraverso la lettura di questi, alla comprensione delle proprie ed altrui dinamiche interne allo scopo di risolvere i sintomi, ma soprattutto di conseguire una migliore capacita di osservazione e gestione di sé nel rapporto con gli altri. Indubbiamente la psicoterapia di gruppo agisce con minore profondità e su problemi più specifici degli altri metodi, ma si tratta pur sempre di una via agile e creativa in grado di spalancare molti nuovi orizzonti.
Spero di essere riuscito a dare un'idea di questo lavoro per me ancor oggi, dopo tanti anni, affascinante e profondamente terapeutico, e dei suoi percorsi straordinari, che per esperienza condivisa possono dare infinitamente più di quanto non costino.
(Articolo a cura del Dottor Claudio Nudi)