Pornografia e “coscienza biforcata”
Quali aspettative crea la pornografia nella mente degli uomini? Il confronto con i cosiddetti “acrobati sessuali superdotati” genera ansia da prestazione sessuale?
La pornografia riguarda un po’ tutti noi, perché il sesso è “tanto nella testa” quanto nel corpo; nella norma la pornografia dà piacere solo perché l’eccitazione viene attivata dalla fantasia.
Ma, in tal senso, la pornografia non solo accende il nostro corpo, ma diviene spesso un tutor per la nostra immaginazione.
Ciò di cui spesso si va alla ricerca è legato al modo con cui percepiamo e immaginiamo noi stessi e gli altri in una determinata situazione sessuale che, attraverso, il porno diviene facilmente accessibile e “vivibile”.
Il filosofo Harry Brod fornisce alcune spiegazioni le cui conclusioni sostengono come la pornografia possa essere un pessimo insegnante, soprattutto per gli uomini, qualora venga vissuta come strumento di confronto e isolamento sociale.
Più nello specifico il Dottor Brod si è interessato ad indagare come la pornografia formi le aspettative maschili; egli osserva che nella pornografia gli uomini sono normalmente descritti e rappresentati come “acrobati sessuali dotati di organi di grandi dimensioni”.
Al contrario le donne vengono raffigurate come perennemente disponibili e desiderose di sesso; attraverso la pornografia l’uomo può iniziare a nutrire aspettative sul fatto che è difficile trovare donne di questo tipo, in quanto, le donne reali sono molto più complicate rispetto alle donne desiderose vissute attraverso lo schermo.
Le donne apparirebbero così come inferiori rispetto alle aspettative create dalla pornografia, e il sesso “reale” viene così a essere vissuto come una delusione.
Una “soluzione” a tale sensazione è quella di ricorrere a fantasie pornografiche durante il rapporto sessuale, piuttosto che concentrarsi sul proprio partner reale.
Il Dottor Brod è inoltre preoccupato di come la pornografia possa contribuire ad instillare, nel maschio, l’ansia da prestazione. Tale ansia determinerebbe ciò che Brod ha definito la “coscienza biforcata”.
Il sesso dovrebbe essere coinvolgente, in quanto attività primariamente relazionale, di ricerca dell’altro, ma la pornografia incoraggia gli uomini a valutare la propria prestazione durante il sesso, con frasi del tipo “come sto andando?”.
Questo atteggiamento crea una distanza e nello stesso tempo una distrazione da ciò che si sta vivendo.
Come osserva Brod, “vivere il proprio corpo come una macchina da ‘spettacolo’ produce una scissione della coscienza, in cui parte della propria attenzione è rivolta alla macchina, alla ricerca dei difetti nella propria performance, anche mentre si è apparentemente immersi nel bel mezzo del piacere e dell’eccitazione sessuale. Questo produce una distanza dal proprio Sé, ossia dallo stato di coscienza, andando a meccanizzare il sesso e ridurre così il piacere”.
Lo studioso Ian Cook ha sottolineato tali aspetti all’interno di un articolo pubblicato sul Journal of Men’s Studies; egli fornisce la prova del fatto che molti siti pornografici “sembrano intensificare l’ansia da prestazione sessuale maschile, rendendo più difficile per gli uomini il dimostrare di essere ‘abbastanza uomini’”.
Alcuni preferiscono evitare tale ansia sostituendo il sesso reale con la pornografia.
Il Dottor Brod sottolinea quindi come la pornografia abbia degli effetti su ciò che è “nella testa” dei consumatori di sesso maschile, sollevando preoccupazioni sia per quanto riguarda la sfera personale che etica.
Un uomo la cui coscienza sessuale viene plasmata dalla pornografia, vive l’illusione di essere sessualmente soddisfatto, ma in realtà sta imbrogliando se stesso nonché il suo partner.
Essere pienamente presenti all’interno della propria sessualità durante il sesso è un aspetto fondamentale dell’essere umano e delle relazioni che vanno instaurandosi.
Il ledere tale capacità determina anche un successivo calo di autostima, nonché un’incapacità nel rispettare la propria umanità e quella del partner.
Ciò che si rende indispensabile è quindi fare un uso della pornografia che non diventi sostitutiva di una sessualità reale, che in quanto relazionale, poggia le sue fondamenta nella condivisione del piacere con l’altro.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)