Povero Eros
Il fatto è semplice. Una mamma scopre che la figlia ha inviato agli amici le foto in cui fa l'amore col suo ragazzo, e quando glie ne chiede conto la figlia le risponde "Lo fanno tutti".
Di solito, e tutto sommato da che mondo è mondo, l'accoppiamento è considerato una questione privata, da farsi al riparo da sguardi indiscreti, a partire dagli eschimesi, che avevano l'antica usanza poliandrica di offrire la propria moglie allo straniero di passaggio ma anche il buon gusto di allontanarsi mentre l'ospitale sodalizio aveva luogo, agli aborigeni australiani che vanno sì in giro nudi, ma i maschi con un astuccio penieno e le donne con un casto gonnellino.
E dunque oggi perché mai, e come mai, una cosa delicata, intima e preziosa come il sesso ha bisogno di rivelarsi agli sguardi di tutti?
Comunque, anche se la storia raccontata in apertura fosse falsa avremmo egualmente abbondanti argomenti su cui discutere, dai virtuosismi sessualpolitici delle Femen ai tristissimi amplessi informatici di Belen, messi online per il maligno zampino di una sorte beffarda non si sa bene da chi e a quale scopo.
La tentazione c'è, ed è forte, di cercare rifugio nella teoria psicoanalitica dove troveremmo senz'altro delle risposte: siamo di fronte ad una perversione bella e buona, esibizionismo per chi si mostra e voyeurismo per chi guarda, partecipa e magari condivide; e alla perversione, che poi è un disturbo (grave) dello sviluppo psicosessuale, si può porre almeno in parte rimedio attraverso una buona analisi.
Ma è davvero tutto qua, o non c'è per caso un discorso più ampio da fare? Dietro tutte queste storie io riscopro un vecchissimo argomento, che tutti pensavamo di aver superato ma circa il quale a me sembra di intravedere un'enorme confusione; e questo argomento, guarda un po’, è la famosa "liberazione sessuale", di cui parlava Freud, che a mio parere siamo ancora ben lungi dall'aver conseguito, e che, in verità, dubito che riusciremo mai pienamente a conseguire.
Ci abbiamo provato con l'educazione sessuale, che come è noto non riesce mai ad andare oltre gli esempi floreali ed il "semino" di papà quando, di regola, i ragazzini e le ragazzine sanno già tutto quel che c'era da sapere da un pezzo; abbiamo tolto di mezzo il peccato originale, e la nudità di Adamo ed Eva ormai ci fa sorridere; abbiamo smesso di frequentare il '68 perché le sue propaggini di libertà sessuale si sono rivelate tutt'altro che sessualmente appetibili … e ci ritroviamo a propagandare l'esibizione, la nudità, la pornografia e l'amore usa e getta come testimonianze di libertà, di emancipazione e di adultità in nome dell' "ognuno fa quello che gli pare".
I risultati non sono lusinghieri: gli adulti si comportano come adolescenti, i giovani imitano ed anzi superano ed addirittura condividono le perversioni degli adulti, e i sentimenti, gli aspetti poetici della vita e la partecipazione responsabile vanno a farsi benedire. E poi ci meravigliamo se siamo depressi?
Dottor Claudio Nudi - Psicologo, Psicoterapeuta