Qual è il vostro stile conflittuale?
Secondo gli psicologi australiani Judith Feeney e Gery Karantzas non è il conflitto in sè che minaccia il rapporto, ma piuttosto come i partner lo gestiscono!
Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer disse che “gli esseri umani sono come i porcospini in una notte fredda”. Noi desideriamo coccolarci insieme per il calore derivante da uno stretto contatto fisico, ma quando ci avviciniamo ci attacchiamo l’un l’altro con i nostri aculei, tanto da essere costretti a ritrarci.
Al sopraggiungere della notte, per il freddo, proviamo nuovamente ad avvicinarci, infliggendo nuovamente dolore e perpetuando lo stesso ciclo ogni volta.
Il cosiddetto “problema del porcospino” è una dinamica che potremmo applicare a tutte le relazioni umane, e in particolare a quella più intima della coppia.
Gli psicologi australiani Judith Feeney e Gery Karantzas sottolineano che tutti noi abbiamo bisogno di autonomia, libertà di prendere le nostre decisioni ed agire nel nostro interesse. Allo stesso tempo, tutti noi avvertiamo il bisogno dell’interdipendenza, ossia creare relazioni intime con altre persone.
Tuttavia, le relazioni comportano un equilibrio tra queste due forze opposte, ossia l’autonomia e l’interdipendenza. Di conseguenza, i conflitti sono inevitabili.
In tal senso, non è il conflitto in sé che minaccia il rapporto, ma come i partner lo gestiscono che determina se il problema è risolto e il rapporto rafforzato, o se il problema rimane irrisolto e il rapporto indebolito.
Secondo gli psicologi australiani esistono tre approcci generali per la risoluzione del conflitto in una relazione intima:
- L’impegno costruttivo è quello in cui i partner possono alzare la voce, ma non mirano a colpire sotto la cintura; la coppia si concentra sulla soluzione del problema, esprimono le loro rimostranze, ma accettano anche la responsabilità delle proprie trasgressioni.
- L’impegno distruttivo è invece quello in cui i partner utilizzano la colpa e il senso di colpa per manipolare il proprio compagno; queste coppie sanno quali tasti toccare. Piuttosto che concentrarsi sul problema attuale, iniziano a tirare fuori tutto ciò che è avvenuto in passato, e quindi il tutto si amplifica senza margini di risoluzione.
- L’evitamento del conflitto è infine quella modalità in cui i partner si “ritirano” al primo segnale che un conflitto è in arrivo; se messo sotto pressione, uno dei partner può semplicemente rifiutarsi di discutere la questione e ritirarsi in una “comfort zone”, lasciando la stanza o addirittura la casa. A volte entrambi i partner riescono diligentemente ad evitare di discutere nell’immediato il problema, al fine di evitare un peggioramento inutile della situazione.

Rispetto alle tre modalità presentate, quella inerente l’impegno costruttivo può favorire una reale risoluzione del problema. Nell’impegno distruttivo, al contrario, il problema centrale rimane oscurato dalle rimembranze del passato, e di conseguenza il rapporto si corrode. Ciò vale anche per l’evitamento del conflitto, anche se magari questo può favorire una de-escalation dell’intera situazione.
Feeney e Karantzas hanno cercato di collegare i diversi stili conflittuali rifacendosi alla teoria dell’attaccamento.
Durante l’infanzia, il neonato sviluppa uno stretto legame emotivo con la propria madre o altri caregiver primari, e questa forma infantile di attaccamento funge da modello relazionale che utilizzeremo, nell’età adulta, con i propri partner.
La maggior parte dei bambini costruiscono un rapporto di fiducia con le loro madri, che prende il nome di attaccamento sicuro. A volte le madri non possono però soddisfare pienamente i bisogni del proprio bambino, o a causa di una depressione post-partum o stress ambientali, e il risultato è un attaccamento insicuro.
In questi casi, alcuni bambini imparano ad agitarsi e preoccuparsi di ricercare l’attenzione vacillante della mamma, e sviluppano uno stile di attaccamento ansioso in cui, successivamente, durante l’età adulta, li porterà a sopraffare i loro partner con le proprie esigenze e preoccupazioni.
Altri bambini imparano ad essere autosufficienti da soli e sviluppano così uno stile di attaccamento evitante in cui temono l’intimità e trovano il conforto e la fiducia in sé stessi.
Durante l’età adulta, i comportamenti di attaccamento sono principalmente suscitati dal conflitto che emerge nelle relazioni intime; questi comportamenti di attaccamento - il supporto per l’attaccamento sicuro, l’esigenza e la prepotenza per l’attaccamento ansioso, e la disattivazione delle strategie per l’attaccamento evitante - danno origine ai diversi stili conflittuali.
Quando una coppia con attaccamento sicuro esperisce un conflitto nella propria relazione, lo risolvono attraverso un impegno costruttivo.

Essi non interpretano le voci che si levano come un segno che il rapporto è in pericolo, ma piuttosto che la questione necessita di una risoluzione. In tal senso sono motivati a lavorare insieme per trovare una soluzione.
I partner con attaccamento ansioso, invece, tendono a diffidare delle intenzioni del proprio compagno, e si sentono immeritevoli della relazione; quando le voci si alzano, le interpretano come un segno che la rottura è imminente.
Quindi piuttosto che affrontare il problema, vanno alla ricerca di rassicurazioni da parte dell’altro per salvare il rapporto. Tuttavia, poiché si sentono indegni di tale impegno, l’unico modo che pensano gli consentirà di ottenerlo, è attraverso il ricorso di tecniche coercitive finalizzate ad instillare la colpa e il senso di colpa.
Gli individui evitanti non si fidano invece delle intenzioni del partner. Esattamente come da bambini, che hanno imparato a non agitarsi per non turbare la mamma, allo stesso modo, da adulti, trovano le voci e le emozioni come minacciose, arrivando a concentrarsi più sul porre fine al confronto piuttosto che sulla risoluzione del problema.
In accordo con Feeney e Karantzas, i comportamenti di attaccamento e gli stili conflittuali possono essere visualizzati in termini di lotta tra il bisogno di autonomia e interdipendenza.
In altre parole, gli individui con attaccamento sicuro riescono a bilanciare queste esigenze opposte, sia per sè stessi che per i loro partner; quelli con attaccamento ansioso cercano invece l’interdipendenza nella misura in cui essa minaccia l’autonomia del partner, mentre quelli evitanti ricercano l’autonomia nella misura in cui viene negato il bisogno di interdipendenza dal partner.
Anche se i comportamenti di attaccamento e gli stili conflittuali sono profondamente radicati in abitudini, questi possono essere modificati con impegno e dedizione.
Il primo passo è sempre cercare di essere auto-consapevoli del proprio stile di conflitto personale nonché i comportamenti di attaccamento che ci guidano all’interno della relazione.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)