Relazione di coppia e bisogno di attenzione
Il bisogno di attenzione è un qualcosa che si modifica durante la crescita? Perché abbiamo tutti bisogno di un po’ di attenzione?
Il bisogno di attenzione da parte dei bambini è un aspetto che spesso viene trascurato dai genitori; le modalità con cui un genitore fornisce delle risposte al bisogno di attenzione del bambino producono risposte molto diverse, nonostante si possano esplicare gli stessi comportamenti o ricorrere alle stesse parole.
Molti genitori quando rientrano a casa la sera, nonostante la stanchezza, trascorrono del tempo con i loro figli, al fine di ricaricarli emotivamente per la giornata successiva.
Ci si chiede se questo bisogno di attenzione è un qualcosa che va modificandosi durante la crescita, ma in realtà, la risposta è che non cambia nulla.
Il bisogno di attenzione è infatti una componente basilare dell’essere umano ma, tuttavia, spesso la maggior parte degli adulti ignorano questo aspetto sia per se stessi che per gli altri.
Come esseri umani, siamo dotati di recettori per il dolore, atti a ricordarci di partecipare e soddisfare una qualsiasi necessità biologica, e abbiamo sviluppato dei “rituali” per assicurare che tali bisogni siano soddisfatti.
Abbiamo rituali per mangiare e dormire, e anche una “sala speciale” per l’eliminazione; si tende a provare disagio quando la nostra routine viene interrotta, determinando una messa in discussione rispetto all’aver soddisfatto le nostre personali esigenze.
Pertanto, se i recettori del dolore forniscono delle risposte rispetto alla soddisfazione dei nostri bisogni fondamentali, dove si trova il nostro recettore per il bisogno di attenzione?
L’ipotesi migliore è che, nel mondo di oggi, siamo molto più separati l’uno dall’altro, anche all’interno delle nostre case, ma i nostri corpi non sono state progettati per vivere in stanze dove anche un colpo inaspettato alla porta può essere percepito come un’intrusione.
Qual è, allora, la definizione di attenzione? George Bernard Shaw ha dichiarato: “il contrario dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza”.
La ricerca sul bisogno umano di attenzione è abbondante e abbastanza convincente; le persone che si sentono ben collegate con gli altri sperimentano tassi più bassi di malattie cardiache e hanno maggiori probabilità di sopravvivere dopo un attacco di cuore; i dipendenti che si sentono apprezzati sul lavoro dai loro supervisori sono più produttivi e più sani.
L’attenzione non è solo una componente essenziale per la nostra salute fisica, ma è fondamentale per tutti i nostri rapporti più stretti.
Il ricercatore John Gottman ha indagato i predittori del successo romantico, e ciò che ha reso straordinario il suo lavoro, è che è riuscito a prevedere, con oltre il 90% di precisione, la probabilità che un matrimonio durerà oltre i 4 anni, basandosi su due componenti chiavi: le modalità di affrontare il conflitto e il modo in cui i partner si “incontrano” rispetto al bisogno di attenzione.
Indagare queste due componenti è fondamentale proprio perché, all’interno di una relazione stretta, sia il conflitto che il bisogno di attenzione sorgono spontaneamente.
Si è visto infatti che, liddove sia presente un’attenzione positiva reciproca verso l’altro, automaticamente entrambi i partner saranno più desiderosi e inclini a voler risolvere i loro problemi.
Dall’altra parte, per chi non sperimenta una certa facilità nel dare o ricevere attenzione, il conflitto tende a esacerbarsi e quindi determinare una rottura, a lungo andare, degli equilibri di coppia.
Il secondo predittore del successo è la quantità e il tipo di attenzione che ognuno dei partner dona all’altro: nelle coppie di successo, il rapporto quotidiano di attenzione è di 5:1 nei giorni in cui le cose non stanno andando bene, e di 20:1 nei giorni prosperi.
Le coppie che sono invece in procinto di divorziare hanno dimostrato un rapporto di 1:1; è importante sottolineare che il raggiungimento del rapporto 20:1 non avviene attraverso una moltitudine di cene a lume di candela, vacanze e regali, in quanto sono i piccoli momenti che contano.
Quando rispondiamo al telefono in maniera affettuosa piuttosto che dare la sensazione di aver interrotto qualcosa di importante, oppure quando rientrando a casa ci si interessa all’altro chiedendogli di come sia andata la giornata, oppure dedicargli una maggiore attenzione interrompendo quanto si stava facendo, sono questi i piccoli momenti non banali di attenzione – questi rituali positivi e di routine che stabiliamo - che risultano essere i più potenti fattori predittivi del successo di un rapporto.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)