Riuscire a muoversi con l’aiuto … del proprio cane!
Il cane di famiglia potrebbe incrementare l’attività fisica in bambini con disabilità.
Un nuovo studio, a cura della Oregon State University, indica che il cane di famiglia può fungere da compagno ed alleato nell’aiutare i bambini con disabilità ad aumentare la quantità di attività fisica, presente nelle loro vite quotidiane.
In uno studio sul singolo caso di un bambino di 10 anni, con paralisi cerebrale, ed il suo cane, i ricercatori hanno trovato, infatti, che il programma di intervento messo in atto ha portato ad un’ampia serie di miglioramenti per il primo, per quel che riguarda capacità motorie, qualità della vita ed interazioni uomo-animale.
“Questi risultati iniziali indicano che possiamo migliorare la qualità della vita di bambini con disabilità e che possiamo renderli più attivi”, ha spiegato la Dott. essa Megan MacDonald, assistente professore presso l’OSU's College of Public Health and Human Sciences ed autore dello studio. “Ed in questo caso, entrambe le cose si verificano contemporaneamente, il che è fantastico”.
Il piano di intervento.
I bambini con disabilità fisiche, come la paralisi cerebrale, spendono un tempo significativamente minore nel partecipare alle attività fisiche e, generalmente, affrontano maggiori problemi di salute, rispetto ai loro pari.
I ricercatori, dunque, hanno pensato ad un tipo di intervento, che prevedeva l’assistenza del cane di famiglia: in altre parole, l’animale sarebbe stato il partner del bambino durante quelle attività fisiche, disegnate per migliorare la prestazione fisica generale, le capacità motorie e la qualità della vita.
È stata fatta questa scelta perché il bambino conosce il suo cane ed esiste già una relazione tra di loro, quindi è ipotizzabile che entrambi trarranno dei benefici da queste attività.
Lo studio.
I ricercatori hanno effettuato delle valutazioni iniziali dell’attività fisica giornaliera, delle capacità motorie e della qualità della vita del bambino, prima di iniziare l’intervento di otto settimane.
Un veterinario ha esaminato l’idoneità del cane a partecipare e l’interazione uomo-animale.
Poi, la coppia ha iniziato l’intervento, che comprendeva un programma di attività fisiche supervisionato, una volta alla settimana, per 60 minuti, in cui il bambino doveva affrontare compiti di difficoltà crescente.
“Se il cane stava in equilibrio su una tavola oscillante, ciò diventava una sfida per il bambino – ‘se lo può fare il cane, lo posso fare anch’io’”, ha spiegato la Dott. essa MacDonald. “E’ stato bello constatare che la relazione tra il bambino ed il cane si evolveva nel tempo. Essi hanno sviluppato una vera e propria alleanza e le attività sono diventate più divertenti e stimolanti, soprattutto per il primo. Ciò è dovuto, in parte, al cane ed alla responsabilità di prendersene cura”.
Il cane ed il bambino, inoltre, hanno fatto “i compiti a casa”, che includevano spazzolarlo, giocare al riporto e fare camminate giornaliere.
I risultati.
Alla fine dell’intervento, i ricercatori hanno ripetuto le valutazioni iniziali ed hanno trovato che la qualità della vita del bambino era migliorata in diverse aree, inclusi il benessere emotivo, sociale e fisico.
In più, il comportamento sedentario del bambino era diminuito, mentre la quantità di tempo spesa in attività, da moderate a vigorose, era aumentata drasticamente.
I ricercatori, inoltre, hanno trovato che anche la relazione tra il cane ed il bambino era migliorata durante la terapia.
“Il comportamento prosociale, o positivo, del cane verso il bambino è segno di benessere per entrambi i membri della squadra”, ha affermato la Dott. essa Udell, direttore del Human-Animal Interaction Lab presso l’OSU.
“Un legame più stretto tra bambino e cane aumenta la possibilità di benefici emotivi duraturi e potrebbe anche facilitare le attività in comune a casa, come fare delle passeggiate, semplicemente perché ciò è piacevole per tutti coloro che vi vengono coinvolti”, ha continuato la studiosa.
Dal punto di vista del benessere del cane, è un dato promettente che il suo comportamento e la sua prestazione su compiti cognitivi e fisici siano migliorati insieme a quelli del bambino.
Considerazioni.
Anche se questo studio ha esaminato un solo bambino, il gruppo di ricerca ha contattato diverse famiglie con bambini con disabilità ed i loro cani, per partecipare ad un progetto più ampio, il quale è stato disegnato, in parte, per testare la struttura e la metodologia dell’esperimento e verificare se esso possa essere implementato su una scala più ampia.
Sulla base di questi primi risultati, i ricercatori sperano di proseguire negli studi che coinvolgono i bambini con disabilità ed i loro cani di famiglia, per poter esaminare anche gli altri benefici che questa unione può avere.
“Possiamo imparare ancora molto dai nostri piccoli partecipanti”, ha concluso la Dott. essa MacDonald. “Essi ci insegnano l’importanza dell’amicizia con l’animale e la responsabilità di prendersene cura e ciò ci permette di porci importanti domande sull’influenza che ha il secondo sul piccolo e la loro famiglia”.
Fonte: Oregon State University
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)