Rivivere il passato
Quanto il passato influenza le nostre relazioni? Quali sono i modi attraverso cui riviviamo il passato?
La maggior parte di noi affronta il proprio passato ricorrendo a modalità diverse; alcuni assumono una posizione netta del tipo “doveva andare così”, rinforzando la consapevolezza del non poter far più nulla per cambiare le cose.
Altri invece sembrano restare bloccati e ancorati alla loro storia, facendosi sopraffare da vecchi sentimenti e custodendo gelosamente alcuni ricordi.
In qualche modo è come se si lottasse contro se stessi per lasciare andare il passato.
La ricerca attuale mostra che nessuno di questi atteggiamenti è particolarmente funzionale o utile per il nostro sviluppo personale.
Anche se queste modalità di vivere il passato possono sembrare molto lontane tra loro, in realtà portano allo stesso risultato finale.
Se evitiamo il passato, accettandolo passivamente, non riusciamo a cogliere quelle modalità comportamentali o di pensiero che ci hanno caratterizzati, andando così a riproporle nel nostro presente.
Se invece, ci identifichiamo troppo in quello che eravamo, ci troviamo a essere nuovamente governati da questi eventi.
In entrambi i casi, non riusciamo quindi a differenziare e vivere la nostra vita in maniera adattiva.
La ricerca sull’attaccamento sottolinea che, al fine di liberarci dal passato e formare relazioni più sane vivendo la nostra vita per quello che siamo, dobbiamo vivere e dare un senso al dolore che ha caratterizzato la nostra storia.
Quando non riusciamo ad affrontare il dolore irrisolto della nostra infanzia, tendiamo a ripetere, spesso in maniera inconsapevole, determinate dinamiche comportamentali.
Questi modelli ripetitivi non sono né intenzionali né programmati; i grandi e i piccoli traumi dei nostri primi anni di vita, sedimentandosi nell’inconscio, non ci rendono consapevoli del fatto che agiamo in funzione di essi, venendo fuori in un modo tale da non riuscire a rendercene conto.
Tutto ciò che viviamo nel nostro presente può innescare ricordi impliciti, spesso dolorosi, determinando una reazione che non ci porta ad agire nel nostro interesse.
In questo senso, anziché vivere la propria vita, si rivivono i momenti passati e non si riesce ad imboccare una nuova strada da percorrere.
Pertanto, quali sono le modalità attraverso cui tendiamo a rivivere le cose?
La prima di queste è la ripetizione, ossia il ripetere comportamenti e assumere le caratteristiche di figure importanti della nostra infanzia; naturalmente, questo può essere una cosa positiva quando veicoliamo messaggi di stima e di rispetto verso gli altri.
Tuttavia, in qualità di essere umani, abbiamo anche la tendenza ad un’eccessiva identificazione con i tratti negativi dei nostri genitori e questo perché si può far fatica ad abbandonare tali modelli di imitazione, a superarli o a vedere noi stessi in una luce diversa dalle persone che si sono prese cura di noi.
A livello inconscio, assumiamo i tratti dei nostri genitori, nel tentativo di preservare un’immagine idealizzata di loro.
Si può effettivamente sentire dolore per la minaccia della perdita e della separazione dai nostri genitori, comprese tutte le modalità limitanti che si riconoscono e che soprattutto ci hanno ferito.
Ma, nonostante questa piccola consapevolezza, tendiamo a identificarci con i nostri genitori assumendo le loro qualità.
Ad esempio, se avessimo un genitore particolarmente sfuggente o introverso, potremmo avvertire la stessa sensazione di non disponibilità nelle relazioni future, o l’interrompere una relazione quando l’altro si “avvicina troppo”.
Se invece avessimo un genitore che si preoccupa eccessivamente e si mostra invadente, potremmo ritrovarci ad adottare tali atteggiamenti verso i nostri figli e ad agire in modi prepotenti e collusivi.
Una seconda modalità è costituita dalla reazione; questa rappresenta il lato opposto della stessa medaglia e corrisponde ad una ribellione verso il modo di fare e di essere dei nostri genitori.
È sano e saggio identificare i tratti negativi dei genitori e scegliere di essere diversi da essi; tuttavia, a volte siamo così determinati a differenziarci dalla nostra famiglia di origine, che arriviamo a distorcere il nostro naturale modo di essere.
Per esempio, se abbiamo odiato il modo in cui i nostri genitori litigavano o non andavano d’accordo, possiamo crescere convincendoci che l’amore non esiste o che i rapporti non sono sani.
Potremmo quindi arrivare a non instaurare mai una relazione seria, per l’incapacità di fidarsi di qualcuno a un livello più profondo.
In ciascuno di questi casi, stiamo ancora vedendo il presente attraverso un filtro del nostro passato, non riuscendo così a “separarci” adattivamente dalla nostra storia.
Non stiamo permettendo a noi stessi di realizzare pienamente chi siamo veramente e ciò che vogliamo davvero.
Un altro modo attraverso cui non riusciamo ad uscire dalle ombre del nostro passato, è il ricreare degli ambienti o delle dinamiche che sono molto simili a quelle che abbiamo vissuto da piccolo.
Questo modello può essere difficile da identificare; tuttavia, potremmo trovarci in qualche rapporto o matrimonio con persone che ci trattano nello stesso modo in cui siamo stati trattati da bambini.
Per esempio, se siamo cresciuti con un genitore iper-critico e svalutante, potremmo ritrovarci ad essere attratti da partner che ci disprezzano, che ci fanno sentire insignificanti.
Se, al contrario, abbiamo invece avuto un genitore che ci ha “adulato” saremmo attratti da persone che ci dedicano tutta la loro attenzione.
Un'altra dinamica attraverso cui ricreiamo il passato è l’attribuzione di tratti e caratteristiche di persone passate, alla persona che fa parte del nostro presente.
Per esempio, se da piccoli, abbiamo spesso esperito momenti di rifiuto e una sensazione di essere manipolati, potremmo essere portati a pensare che il nostro partner stia facendo la stessa cosa, anche se non vi sono degli eventi o particolari situazioni che confermino tali sensazioni.
Infine, possiamo anche inconsciamente provocare l’altro al fine di innescare una reazione che richiama modalità a noi familiari, pur essendo dolorose.
Tutti questi modelli di comportamento possono quindi determinare esiti spiacevoli e devastanti, contribuendo al mantenimento di modalità vecchie, abituali e spesso negative.
Anche se siamo lontani di molti anni dal nostro ambiente infantile, questi modelli ci permettono di rimanere in questi ambienti familiari a livello psicologico ed emotivo.
Questa mancanza di differenziazione può quindi tenerci ancorati al passato e limitare noi stessi e la nostra vita. Questa illusione di connessione può essere letta come un adattamento salvifico quando eravamo piccoli e avevamo bisogno dell’altro per sopravvivere, ma da adulti, questi modelli non sono più adattivi e rischiano di ledere le nostre capacità nel divenire quello che vogliamo essere.
La buona notizia è che con la creazione di una narrazione coerente di quello che eravamo e di ciò che abbiamo vissuto, possiamo realmente “separarci” da modelli passati ripetitivi e disfunzionali e diventare le persone che vogliamo essere.
“Quando cominciamo questo viaggio per conoscere meglio la nostra storia, ci apriamo a nuove possibilità e liberiamo noi stessi per promuovere un cambiamento reale e creare un futuro migliore”.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)