Se mi piace il gin tonic, sono uno psicopatico?
Come analizzare una notizia per scoprire se è falsa.
Una sera stavo su Facebook, quando la mia attenzione fu catturata da un articolo, in cui si diceva che chi ama il gin è psicopatico.
Fu un qualcosa di sconcertante da leggere, visto che, in quel momento, stavo sorseggiando il gin tonic che avevo in mano.
In quanto persona con una spiccata propensione ad empatizzare con gli altri, la quale mi ha visto spendere intere serate a piangere sulle difficili situazioni dei personaggi di un film, non ho mai inserito la psicopatia nella lista delle mie probabili patologie!
Immediatamente, mi sono sentito in dovere di saperne di più su come la passione per il gin sia diventata uno strumento diagnostico per rilevare uno psicopatico.
Volete sapere cosa ho scoperto?
In breve, non è così.
È, quindi, piuttosto preoccupante che far circolare una notizia del genere, che non ha alla base un fondamento scientifico certificato, possa produrre una tale quantità di articoli, nonché un tale seguito sui social, in primis Facebook!
E, cosa ancora più sconcertante, non è la prima volta che accade una cosa del genere!
Ci sono altre notizie simili che circolano nella rete, come quelle che, per rimanere nello stesso ambito, marchiano anche coloro che bevono caffè e birra come psicopatici, il che, se ci pensate bene, renderebbe la società un posto piuttosto spaventoso.
Ma come si è arrivati ad una tale notizia?
Questa storia proviene da una interpretazione errata dei risultati di una ricerca, effettuata dalla University of Innsbruck.
Con essa, attraverso due studi, i ricercatori hanno indagato la relazione tra la preferenza per il sapore amaro e vari tratti antisociali di personalità, inclusa la psicopatia, usando un breve questionario di personalità, che ne valuta tre tratti socialmente indesiderabili: Psicopatia, Narcisismo e Machiavellismo (comunemente conosciuti come la “Triade nera”).
I partecipanti, quindi, manifestarono il loro accordo per affermazioni, come “Tendo ad essere indifferente o insensibile” e “Tendo a non avere rimorsi”. In seguito, furono fatte le medie delle risposte, per creare un punteggio per la psicopatia e gli altri tratti.
Inoltre, i ricercatori hanno misurato la preferenza per il sapore amaro in due modi. Primo, ai soggetti fu fornita una lista di 10 cibi e bevande amari, inclusi caffè, acqua tonica, birra, ravanelli e sedano, da valutare su una scala da 1 (non mi piace assolutamente) a 6 (mi piace moltissimo).
Poi, fu fatta la media di questi punteggi per determinare la dimensione globale della preferenza per il sapore amaro di ciascuna persona.
I ricercatori, infine, chiesero ai partecipanti di valutare la loro preferenza per cibi e bevande in generale, utilizzando la stessa scala.
I veri risultati degli studi.
I risultati non hanno riportato nessuna relazione significativa tra i punteggi della psicopatia e quelli delle preferenze dei partecipanti per specifici cibi e bevande amari.
Cioè, coloro che avevano un punteggio alto nella dimensione “Psicopatia” non mostravano una preferenza generale più marcata per cibi e bevande amari della lista, inclusi acqua tonica, caffè e birra, anche se essi segnalavano una correlazione debole con la preferenza generale per i sapori amari.
Quindi, si potrebbe dire che queste persone hanno una probabilità leggermente maggiore di esprimere una preferenza per cibi e bevande amari in generale.
Si può concludere, insomma, che le persone che bevono gin, caffè o birra sono probabili psicopatici?
No, perché gli studi in questione non forniscono alcuna prova del fatto che la propensione di un individuo per specifiche bevande amare, come caffè, birra o acqua tonica (con o senza gin), abbia una relazione con la psicopatia.
E, anche se l’avesse fatto, ci vuole ben altro per poter etichettare una persona che ama il gin tonic come uno psicopatico!
Concludendo.
La sola cosa che ha trovato questo studio è una debole relazione positiva tra psicopatia e la propensione generale per le cose amare.
Da un punto di vista più tecnico, questo collegamento è trascurabile rispetto ad altri predittori, già accertati, della psicopatia, come i geni o il sesso di una persona.
Sono, dunque, chiare, le differenze tra quanto emerso nella ricerca e le notizie fatte girare in rete. Per capire se qualcuno è psicopatico, bisogna conoscere i segnali rivelatori, stabiliti scientificamente, i quali non includono il fatto, o meno, che questa persona brandisca un aperitivo!
Un po’ di (sano) scetticismo eviterà di cadere nel facile pregiudizio, che questo genere di notizie scatenano nei confronti delle persone con cui ci rapportiamo!
Fonte: PsyPost.org
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)