Sessualità e infertilità
L’intimità nelle coppie infertili: fare l’amore o “fare il bambino”? Il sesso vissuto esclusivamente come strumento per procreare.
“Quando si avvicina il giorno di San Valentino, i miei pensieri si concentrano in direzioni uniche, data la mia esperienza di terapeuta che lavora esclusivamente con pazienti infertili”.
Le parole della Dottoressa Connie Shapiro, Professoressa della University of Illinois, esprimono non solo una vicinanza personale ad una tematica così delicata, ma richiamano anche i sentimenti di difficoltà vissuti dai membri della coppia.
Le coppie che infatti non riescono a concepire così facilmente come altre, o che cercano assiduamente una gravidanza, spesso si trovano a non vivere più il sesso inteso come momento di condivisione della propria intimità e ricerca di piacere, ma semplicemente come l’unico mezzo attraverso cui provare “a fare un bambino”.
Questo spostamento tende ad essere graduale e si basa su un crescente sentimento di delusione e tristezza, soprattutto quando, mese per mese, l’arrivo del ciclo mestruale pone fine a quella speranzosa aspettativa positiva nel poter correre ad acquistare un test di gravidanza.
Oppure, anche se il test di gravidanza è positivo, l’aborto spontaneo che subentra acutizza quella tristezza che diviene dolore costante e svanisce, nuovamente, quella speranza di riuscire ad avere un bambino.
Gli sforzi per concepire divengono l’unico collante della coppia, il centro della loro esistenza.
In questo articolo, la Dottoressa Shapiro si è appunto concentrata sulle conseguenze causate da un’attività sessuale che non è più intesa come ricerca di piacere, ma alla quale si ascrive una componente strumentale finalizzata a raggiungere il concepimento.
Una comprensione di questo tipo può infatti favorire una maggiore conoscenza rispetto alle conseguenze che tale atteggiamento determina sulla vita sentimentale della coppia.
In fase di consultazione, come riporta la Dottoressa Shapiro, i clienti rimangono scioccati e provano imbarazzo quando vengono poste questioni circa il loro modo di fare l’amore.
Una domanda così ampia, dovrebbe favorire l’opportunità di condividere i vissuti, ma circa il 90% di essi risponde che l’infertilità ha determinato un “collasso del piacere” durante i rapporti sessuali.
Tutto questo apre un varco in cui vengono indagate le loro preoccupazioni circa l’eventuale gravidanza, la possibilità di “affidarsi” a tecniche di fecondazione, senza però tralasciare l’importanza di imparare anche a godere della vicinanza sessuale e dell’eccitazione che da essa scaturisce, in quanto modalità fondamentale per accrescere la loro intimità emotiva.
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A volte è la diagnosi di infertilità che proietta un’ombra iniziale sulla vita amorosa della coppia; un basso numero di spermatozoi in un ragazzo, può determinare una ferita all’immagine corporea, un percezione del Sé come “meno maschile”, o anche il mettere in discussione di poter essere un partner sessuale desiderabile.
Inoltre, anche se la qualità della “salute” dei suoi spermatozoi non è vissuta come motivo di preoccupazione, l’uomo sarà meno entusiasta di fare sesso o nel produrre lo sperma, su richiesta, per sottoporlo ad analisi mediche da parte di un esperto.
Nelle donne, invece, la diagnosi di infertilità può determinare un profondo senso di colpa, soprattutto in quei casi in cui si è preferito attendere diversi anni prima di cercare una gravidanza, o anche se, durante la sua vita, ha deciso volontariamente di interrompere una gravidanza non pianificata.
Per molte coppie infertili, l’enfasi sul concepimento inizia focalizzandosi sull’intraprendere rapporti in concomitanza al periodo ovulatorio.
Sia che si tratti semplicemente di uno sforzo cosciente per avere rapporti sessuali nel periodo del mese in cui la donna è in ovulazione, sia che si preveda l’utilizzo di un kit per identificare quando subentra l’ovulazione, sia se un medico è coinvolto attraverso interventi mirati ad intensificare l’ovulazione, non vi è dubbio che l’attenzione della coppia di concepire sia intensificata e mirata a quei pochi giorni del mese in cui la donna ha maggiori possibilità di restare incinta.
Alla luce di ciò, che cosa significa o determina il fare l’amore negli altri giorni del mese? Una coppia ha cosi risposto:
“Una volta che abbiamo intrapreso un percorso per l’infertilità, era come se il medico fosse proprio lì nel letto con noi. In qualche modo, il sesso è diventato uno strumento medico, e questo processo di sincronizzazione sotteso al nostro rapporto, ha fatto sì che smettessimo di essere spontanei”.
La decisione di iniziare una terapia presenta di solito uno sfondo caratterizzato da stress, infelicità, speranze sgretolate e difficoltà interpersonali.
Trovare un terapeuta che possa mostrarsi “utile” rispetto a tutte queste dimensioni è sicuramente una sfida enorme, ma nello stesso tempo, è proprio l’inclinazione naturale al sostegno e al supporto, che dovrebbe caratterizzare lo psicologo di coppia, a far leva sul suo bagaglio teorico e pratico per la promozione del benessere.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)