Stress e disturbi alimentari
Secondo la letteratura, nelle persone con diagnosi di disturbi alimentari, gli impulsi provenienti da stressor ambientali e sociali possono portarli a non mangiare abbastanza, “purificarsi” subito dopo un pasto o impegnarsi in un episodio di binge-eating.
Lo stress è una componente che fa parte ormai della nostra quotidianità, in virtù della moltitudine di fattori a cui siamo esposti come scuola, lavoro, relazioni e via dicendo.
Tuttavia, per gli individui affetti da un disturbo alimentare, i fattori ambientali e sociali possono aumentare i livelli di stress e determinare l'insorgenza di pattern mentali e comportamentali distruttivi.
È indispensabile che questi soggetti comprendano i loro momenti stressanti e sostituiscano le cattive abitudini alimentari con uno schema costruttivo che eliciti una risposta di rilassamento.
Quando gli individui si trovano sotto stress, spesso agiscono in modo impulsivo perchè non sanno come trasformare lo stress in qualcosa di produttivo.
Secondo la letteratura, nelle persone con diagnosi di disturbi alimentari, questi impulsi provenienti da stressor ambientali e sociali possono portarli a non mangiare abbastanza, “purificarsi” subito dopo un pasto o impegnarsi in un episodio di binge-eating.
Dal punto di vista fisiologico, il cortisolo, l'ormone dello stress, viene rilasciato nel flusso sanguigno quando gli individui si trovano sotto stress.
Ciò provoca un aumento dei livelli di respirazione ed una maggiore frequenza cardiaca.
I livelli cronici di stress possono causare una moltitudine di problemi di sonno, digestivi, cardiovascolari e immunitari. Livelli di stress prolungati possono anche aumentare la probabilità di sviluppare malattie cardiache, pressione alta e diabete.
Tra i pazienti affetti da disturbi alimentari, lo stress può essere causato da diversi fattori sociali e ambientali che possono includere le pressioni sociali dei pari o raggiungere la “forma corporea perfetta”.
Le sensazioni di vergogna e di colpa per la propria immagine possono immergere il soggetto all'interno di un circolo vizioso di stress, soprattutto se non riescono a trovare un “risvolto” produttivo.

Quando lo stress diviene doloroso o schiacciante può essere pericoloso ma, se gli individui imparano ad utilizzare meccanismi di coping che favoriscono sensazioni di rilassamento, sono in grado di canalizzare lo stress e adottare strategie produttive.
Lo stress può infatti essere utilizzato per motivare le persone a divenire più consapevoli e produttive nella loro vita.
Sicuramente, dal punto di vista terapeutico, la letteratura suggerisce che esistono diverse tecniche di rilassamento per alleviare lo stress.
Molto brevemente, si consiglia di praticare yoga o meditazione, caratterizzate da tecniche di consapevolezza che favoriscono l'accettazione di Sè.
La ricerca ha dimostrato che le donne anoressiche riferiscono che lo yoga “le ha aiutate con la loro immagine corporea, la capacità di riconnettersi al proprio corpo e con l'accettazione di sè”.
Rispetto alla meditazione, esistono molte tecniche che aiutano a stabilire la consapevolezza rispetto ai modelli di pensiero ed alimentazione; non meno importante è il rilassamento muscolare che consente di concentrarsi sulla sensibilizzazione ed il rilassamento dei muscoli corporei.
Per quanto concerne il trattamento per l'anoressia nervosa, molte delle teorie psicologiche possono risultare idonee per tale disturbo.
Essendo una malattia alquanto complessa, essa richiede un piano di trattamento che comprenda l'assistenza medica ed il monitoraggio, interventi psicosociali, consulenze nutrizionali e, se necessario, la gestione dei farmaci.
Nel trattamento dell'anoressia rientrano tre obiettivi principali: il ripristino del peso, il trattamento dei disturbi psicologici associati a problemi dell'immagine corporea, e la promozione di un recupero completo.
La terapia può essere significativa e necessaria per scoprire i fattori che promuovono i timori di mangiare e di guadagnare peso, nonché un'esplorazione della propria immagine corporea, la stima di sé, il controllo ed il perfezionismo.
La terapia familiare è considerata una modalità efficace per trattare l'anoressia nervosa nonché gli altri disturbi alimentari.
Il metodo “Maudsley” è una forma di terapia familiare in cui i genitori divengono protagonisti attivi e giocano un ruolo positivo durante il percorso di recupero.
La terapia cognitivo-comportamentale è invece un approccio limitato nel tempo,ma che favorisce nell'individuo un riconoscimento dei legami tra pensieri, credenze e comportamenti.
Un aspetto importante di tale approccio riguarda una focalizzazione su determinati atteggiamenti disfunzionali, e la costruzione di una tolleranza verso il disagio e l'angoscia che circonda il cibo.
Pertanto, sia lo stress che la presenza di un disturbo alimentare, dovrebbero essere valutati attentamente al fine di integrare i suddetti aspetti per una migliore gestione e successivo recupero del paziente dalla malattia.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)