Stress e sistema mente-corpo
La presenza di uno stress cronico produce una disregolazione del Sistema nervoso autonomo che a sua volta influenza la qualità del sonno, i processi mnestici e i livelli di ansia
In letteratura esistono un gran numero di articoli che di solito generalizzano o presentano una descrizione globale dello stress, senza approfondimenti o prospettive teoriche precise.
La maggior parte della gente immagina lo stress come un qualcosa che fa sentire sopraffatti; la Dottoressa Diane Roberts Stoler, in qualità di neuropsicologa, specializzata anche nel trattamento del trauma, con un’esperienza clinica di 37 anni, sottolinea come, attraverso la sua esperienza personale, riteneva di avere una buona conoscenza sulle varie cause correlate allo stress, fino a quando non si è imbattuta in un sito web, il “Trancend Diagnostics”, il quale si focalizza principalmente sullo stress cronico.
Ciò che ha attirato l’attenzione della Dottoressa Stoler riguarda l’interesse di tali ricercatori sulle conseguenze dello stress rispetto al sonno, la memoria e i livelli di ansia.
Da un punto di vista fisiologico, il sistema immunitario è un sistema che regola armonicamente il rapporto mente/corpo; il Sistema Nervoso Autonomo, che partecipa alle risposte cognitive e comportamentali dello stress, è composto dal Sistema Nervoso Simpatico e Parasimpatico.
Questo sistema permette di respirare ad un ritmo regolato per ottenere una quantità equilibrata di ossigeno, consentendo al cuore di battere ad un determinato ritmo.
Lo stesso vale quando si mangia del cibo, in quanto, una volta digerito, passa attraverso l’intestino ad un ritmo regolamentato, a meno che non vi sia qualcosa che provoca una disregolazione.
La presenza di stress può provocare un’alterazione del Sistema nervoso autonomo, così come la sua capacità di regolare il sistema mente/corpo.
Qualora lo stress diviene cronico provoca una rottura della regolamentazione dei vari sistemi, determinando gravi conseguenze per l’organismo.
All’interno del sito “Trascend Diagnostics” vengono presentate diverse categorie di stress, che parteciperebbero alla disregolazione del sistema nervoso autonomo. Queste riguardano diversi aspetti, come ad esempio:
Emozionale - affrontare una perdita, come il lavoro o la rottura di una relazione; Cognitivo - il modo di pensare e le proprie aspettative; Sensoriale - le reazioni rispetto all’ambiente circostante; Metaboliche - i livelli di zucchero nel sangue; Immunitarie - allergie alimentari o infiammazioni; Endocrine e neurotrasmettitoriali – ghiandola surrenale, tiroide, dopamina e serotonina; Ossidative - uso di tabacco, alcol, cattiva alimentazione, e così via.
Da un punto di vista terapeutico, secondo la Dottoressa Stoler, la valutazione dello stress dovrebbe includere alcuni aspetti fondamentali come la componente fisica, ossia tutto ciò che riguarda o colpisce direttamente il sistema mente/corpo; quella psicologica, come si pensa o percepisce la vita; emotiva, come si fronteggiano alcune sfide o situazioni di vita; spirituale, inteso come modalità di sentirsi in contatto con Dio, l’universo o l’altro.
Nella componente emotiva, è importante capire come le persone gestiscono lo stress associato al lavoro, e nei bambini i diversi traumi che possono includere la morte di un genitore o il divorzio.
La componente psicologica comprende sia le modalità e strategie di pensiero, così come le componenti biochimiche e neurotrasmettitoriali che possono influenzare tali modalità.
Per quanto riguarda la componente fisica ci sono diverse categorie tra cui le malattie, i traumi o l’abbandono, che comprendono le categorie di cui sopra, come quelle sensoriali, metaboliche, ossidative, tossiche e via dicendo.
Ora è importante capire come questi fattori stressanti influenzano il sonno, la memoria e il livello di ansia.
In linea generale, tali fattori possono, sia individualmente che collettivamente, determinare una disregolazione del sistema nervoso autonomo, influenzando così la capacità di avere un sonno ristoratore, che è essenziale allo strutturarsi di modalità adeguate di risposta all’ambiente esterno ed interno.
Da un punto di vista mnestico, una memoria efficace consente di registrare, archiviare e recuperare le informazioni; se non si riesce a dormire correttamente, l’unità mente/corpo invia un segnale di pericolo, attivando così il sistema limbico, in particolare l’amigdala, che attiva il sistema surrenale rilasciando grandi quantità di cortisolo, con una conseguente incapacità di ripristinare le informazioni, memorizzarle o recuperarle in maniera corretta.
Questo determina l’instaurarsi di un circolo vizioso; inoltre, se si è in uno stato di grande ansia, l’eccessivo lavoro da parte della ghiandola surrenale, causerà un’eccessiva stanchezza fisica.
Il cronicizzarsi di questo senso di stanchezza, a lungo andare, potrebbe causare problemi di memoria e incapacità di riposare correttamente la notte.
Al fine di trovare gli approcci di trattamento più adeguati, nonché metodi per migliorare il sonno, la memoria di lavoro e i livelli di ansia, è estremamente importante approfondire le dinamiche disadattive che li hanno generati, al fine di prevenire una rottura nei sistemi regolanti la comunicazione tra mente e corpo.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)