Suicidio, ideazione suicidaria e gesti suicidi
La letteratura evidenzia come esistano diverse tipologie di suicidio, pertanto, l'obiettivo è cercare di comprendere e delineare la differenza tra suicidio, ideazione suicidaria e gesti suicidi.
Il suicidio rappresenta un desiderio irrazionale di morire. Il termine “irrazionale” vuole evidenziare come, nonostante possa essere triste e brutta la vita di una persona, il suicidio è una soluzione permanente a quello che è quasi sempre un problema temporaneo.
La letteratura evidenzia come esistano diverse tipologie di suicidio, pertanto, l'obiettivo è cercare di comprenderle e delinearle.
Nel senso convenzionale, il suicidio è caratterizzato dalla progettazione o agito da parte di un individuo come conseguenza della presenza di pensieri e sentimenti autodistruttivi, mentre sta vivendo spesso uno stress travolgente.
Il “suicidio assistito” si verifica quando un medico aiuta una persona, in condizione di malattia terminale, a morire, evitando un declino inevitabile e potenzialmente doloroso.
Gli atti veramente suicidi, o “gesti suicidari”, devono essere distinti da altri atti o gesti autolesivi, auto-nocivi o parasuicidi che sono anche deliberati, ma non destinati a causare volontariamente la morte.
I tipici atti autolesionisti includono il taglio o la bruciatura. L'intenzione dietro questi comportamenti è di provocare intense sensazioni, dolore e danni, ma non di porre fine alla propria vita.
I comportamenti autolesionisti possono portare ad un suicidio accidentale, ma il loro intento iniziale non è di assolutamente suicidario.
Sebbene non possa essere classificato come suicidario, il comportamento autolesionista non è sano o adattivo. In tutti i casi in cui la persona cerca di procurarsi un danno intenzionalmente è importante che cerchi assistenza specialistica nel campo della salute mentale.
La terapia dialettica-comportamentale è infatti una forma di psicoterapia efficace e ora ampiamente disponibile che aiuta le persone che si feriscono ad apprendere e praticare strategie sicure e alternative per affrontare lo stress della vita e, così facendo, riduce le loro tendenze autolesioniste.

Il legame tra suicidio e omicidio
I sentimenti e gli impulsi suicidi a volte coincidono con sentimenti e impulsi omicidi. Alcune persone che sentono che la vita non valga la pena di essere vissuta possono arrivare anche a sentire che le vite degli altri non dovrebbero proseguire.
Tali individui possono quindi decidere di porre fine alla vita di altre persone prima, o in concomitanza, con il proprio suicidio. Le motivazioni dietro gli eventi suicidio-omicidio possono includere il desiderio di punire alcune persone o vendicarsi di coloro che hanno causato un dolore intollerabile all'individuo suicida.
Tali eventi possono anche essere motivati da credenze religiose o da ordini militari. Alcuni esempi di omicidio-suicidio includono: attentati suicidi, suicidi congiunti, suicidi di culto, massacri scolastici o sul posto di lavoro seguiti da suicidi, o situazioni in cui le persone uccidono i membri della propria famiglia per poi togliersi la vita.
L'ideazione suicidaria
Il termine “ideazione suicidaria” è utilizzato dai professionisti della salute mentale per descrivere la presenza di pensieri e sentimenti suicidi non accompagnati da agiti comportamentali.
Ad esempio, le persone che sperimentano un'idea suicidaria riferiscono comunemente di sentirsi senza valore, che la vita non valga la pena di essere vissuta e che il mondo sarebbe un posto migliore senza di loro.
La presenza dell'ideazione suicidaria, che si verifica da sola, in assenza di piani per attuare un vero e proprio suicidio, si distribuisce lungo un continuum che potrebbe però portare ad un rischio di suicidio.
Il potenziale per compiere l'atto suicidario è presente, ma il rischio non è acuto, cioè immediato. Anche se l'ideazione suicidaria è considerata meno seria del tentativo di suicidio, può essere un vero motivo di preoccupazione per i clinici.
Il fatto che l'ideazione suicidaria si stia verificando suggerisce una possibilità molto reale che il suicidio potrebbe verificarsi se le circostanze peggiorassero ed i livelli di stress aumentassero.
Chiunque abbia un'idea suicida corre il rischio di diventare attivamente suicida. Un ulteriore problema è che una volta stabilita l'ideazione suicidaria, potrebbe diventare un'abitudine cognitiva; qualcosa che riappare periodicamente e spontaneamente durante i periodi di stress come uno stile di pensiero disfuzionale automatico e abitualmente negativo.
Tali stili di pensiero automatico disfunzionali sono particolarmente comuni nelle persone che sono depresse o che si stanno riprendendo da un precedente periodo di depressione.
La presenza continua di tali stili di pensiero in una persona che si è ripresa dalla depressione può essere un fattore di rischio per un'ulteriore depressione e gesti suicidari.
Gesti suicidiari
L'ideazione suicidaria è pericolosa solo nella misura in cui motiva la pianificazione e le azioni suicide. Passare dal pensare al suicidio al prendere in considerazione un piano suicida specifico rappresenta un aumento del livello del rischio di suicidio, indipendentemente dal fatto che i piani siano concreti o vaghi, organizzati o casuali.
I tentativi reali di uccidersi sono etichettati come “gesti suicidi” o “tentativi di suicidio” da parte dei professionisti della salute mentale, indipendentemente da quanto inefficaci possano essere quei tentativi.
I gesti suicidi possono essere recitati con intenti completamente letali, oppure possono essere recitati più come mezzo per comunicare la profondità del dolore agli altri più che un vero sforzo di voler porre fine alla propria vita.
Indipendente dall'intenzione e dal grado di serietà che li motiva, i gesti suicidi sono spesso eventi pericolosi. Anche i gesti suicidi ambigui e “timidi” possono infatti portare ad un suicidio completo.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro