Un’adolescenza turbolenta è collegata con la disoccupazione nell’età adulta.
Un nuovo studio ha trovato che il disagio emotivo in adolescenza può penalizzare la capacità di ottenere un lavoro da adulti.
I ricercatori Mark Egan, Michael Daly, e Liam Delaney della University of Stirling hanno esaminato i modelli comportamentali di più di 7000 americani, nati tra il 1980 ed il 1984.
La loro analisi ha rivelato che un disagio emotivo nella prima parte della loro vita – sentirsi ansiosi o depressi da ragazzi – era un fattore di rischio importante della disoccupazione nell’età adulta.
Infatti, gli adolescenti che riportavano un’angoscia più forte avevano una probabilità del 32% maggiore di essere disoccupati da adulti ed esperivano 11 settimane (28%) in più di disoccupazione, rispetto ai loro pari.
“Questi risultati forniscono una forte evidenza del fatto che avere un disagio psicologico, nella prima parte della vita, penalizzi la persona con una disoccupazione maggiore e suggeriscono che questa relazione potrebbe essere intensificata durante le recessioni economiche. Investire nella salute mentale, in questa fascia d’età, potrebbe essere un modo efficace per ridurre la disoccupazione”, scrivono i ricercatori.
Lo studio.
I partecipanti allo studio sono stati intervistati di persona o per telefono, ogni anno, a partire dal 1997. Durante queste interviste, la salute mentale dei soggetti veniva valutata usando un breve questionario a 5 item, che era stato validato per rilevare la Depressione ed i Disturbi d’Ansia negli adolescenti.
Ad essi fu chiesto, inoltre, di fornire settimanalmente dei racconti dettagliati dell’occupazione, coprendo il periodo da Gennaio 2000 a Dicembre 2011.
I risultati confermarono che c’era una forte relazione tra l’esperire Ansia e Depressione in adolescenza e periodi prolungati di disoccupazione nell'età adulta.
Questa tendenza negativa era più accentuata durante gli anni della Grande Recessione (2007-2009): gli adolescenti con un disagio forte avevano una probabilità del 60% maggiore di perdere o lasciare i loro lavori negli anni successivi alla crisi, rispetto a quelli che avevano riportato una bassa sofferenza durante l’adolescenza.
I dati furono raccolti anche tra i fratelli dei partecipanti, per controllare i fattori, a livello familiare, che potevano influenzare il disagio o la disoccupazione. Per esempio, i fratelli, che sono cresciuti nella stessa casa, mostravano fattori di rischio, quali vivere in un quartiere ad alta criminalità, o avere genitori con problemi di salute mentale o abuso di sostanze.
Invece, il confronto tra gli adolescenti disagiati ed i fratelli che non lo erano ha fornito un’ulteriore conferma che esperire, in epoca precoce, difficoltà di tipo emotivo si collega con la disoccupazione futura.
Non è chiaro, esattamente, perché il disagio psicologico, in epoca precoce, sia collegato con un’occupazione più bassa, più in là nella vita, ma i ricercatori ipotizzano che la confusione durante gli anni scolastici possa interferire con un buon risultato educativo delle persone, il quale, a sua volta, danneggia le opportunità future di occupazione.
“Anche se è stato provato abbondantemente che la disoccupazione può aggravare la salute mentale, questo studio fornisce un’evidenza nell’altra direzione, poiché ha misurato la salute mentale prima che i membri della coorte fossero esposti ad una disoccupazione prolungata”, spiegano Egan, Daly, e Delaney.
Una delle importanti implicazioni di questa ricerca, quindi, è che l’Ansia e la Depressione, esperite in epoca precoce, possono portare un’enorme falla economica e professionale nell’arco della vita di una persona. Gli interventi per tali patologie, se effettuati in questa fascia d’età, possono avere un effetto potenziale sui risultati economici, su larga scala nazionale, aiutando le persone a prevenire il rischio di disoccupazione.
“L’effetto consistente del disagio sulla disoccupazione, identificato qui, dovrà essere supportato con una letteratura più ampia, che mostri come una salute mentale povera, nel primo periodo di vita, predica risultati socioeconomici peggiori, in aree quali occupazione, educazione e guadagni, andando ad accrescere i costi che comportano i problemi di salute fisica precoci”, concludono i ricercatori.
Fonte: PsychologicalScience.org
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)