Uso di Instagram e salute mentale
Secondo un recente studio che ha coinvolto 1.500 adolescenti e giovani adulti, Instagram rappresenta la peggior rete di social media per la salute mentale ed il benessere.
Nonostante la piattaforma fotografica si distingue da altri canali social per i suoi punti di 'forza' legati all'auto-espressione e la promozione dell'identità, è stata anche associata ad alti livelli di ansia, depressione, bullismo e la cosiddetta FoMO (Fear of missing out).
La FoMO è una forma di ansia sociale, caratterizzata da un desiderio di rimanere continuamente in contatto con ciò che fanno gli altri e dalla paura di essere esclusi da un evento o da un contesto sociale.
Su cinque social network inclusi nel sondaggio, YouTube ha ricevuto il punteggio più alto per salute e benessere in senso positivo; Twitter è arrivato secondo, seguito da Facebook, Snapchat e infine Instagram.
Il nome Instagram deriva dall'unione di due concetti “Instant Camera + Telegram”, per richiamare l'insieme concettuale di una macchina fotografica istantanea abbinata ad un telegramma.
Kevin Systrom e Mike Krieger, i fondatori della piattaforma, volevano che il nome fosse facile da pronunciare, scrivere e seguire il concetto del “proprio qui, proprio ora”.
Il sondaggio #StatusOfMind, pubblicato dalla Royal Society for Public Health del Regno unito, ha incluso i contributi di 1.479 giovani di età compresa tra i 14 ed i 24 anni, provenienti da Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Durante un periodo di tre mesi, i partecipanti hanno risposto a domande su come le diverse piattaforme di social network hanno avuto ripercussioni su 14 diverse questioni relative alla loro salute mentale o fisica.
Certamente sono stati rintracciati anche alcuni benefici associati ad esse. Ad esempio, tutte le piattaforme hanno ricevuto punteggi positivi rispetto a concetti come identità di sé, auto-espressione, costruzione di un senso di comunità e supporto emotivo.


Youtube ha anche ottenuto un punteggio elevato in quanto veicolante messaggi inerenti ad esperienze di salute di altre persone, perchè fornisce accesso a informazioni attendibili sulla salute e perchè riduce i livelli di depressione, ansia e solitudine degli intervistati.
Rispetto alle altre piattaforme, i partecipanti hanno evidenziato aspetti negativi, specialmente per quanto riguarda la qualità del sonno, il bullismo, l'immagine corporea e la FoMO.
E a differenza di YouTube, le altre quattro reti erano associate ad un aumento della depressione e dell'ansia.
Studi precedenti hanno suggerito che i giovani che trascorrono più di due ore al giorno sui social network hanno maggiori probabilità di segnalare un disagio psicologico.
“Vedere gli amici costantemente in vacanza o godersi le notti fuori può far sentire i giovani come se si stessero perdendo qualcosa, mentre altri si godono la vita”, afferma l'autore del sondaggio #StatusOfMind.
“Questi sentimenti possono promuovere un atteggiamento di confronto e disperazione”.
I post sui social media possono anche richiamare aspettative non realistiche e creare sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima, hanno scritto gli autori.
Questo potrebbe spiegare perchè Instagram, dove le foto personali rappresentano il fulcro principale, ha ricevuto i punteggi peggiori per le dimensioni inerenti l'ansia e l'immagine corporea.
Come ha risposto un intervistato, “Instagram fa sì che le ragazze e le donne si sentano come se il loro corpo non fosse abbastanza bello, e questo le spinge a utilizzare filtri che modificano l'immagine per farle sembrare 'perfette'”.
Altre ricerche hanno scoperto che maggiore è l'uso di piattaforme social, più è probabile esperire ansia e depressione.
Provare a navigare tra norme diverse e reti di amici potrebbe essere la causa, affermano gli autori, anche se è possibile che le persone con problemi di salute mentale siano attratte da più piattaforme di social media.
Per ridurre gli effetti nocivi dei social media su bambini e giovani adulti, la Royal Society chiede alle società di apportare le modifiche.
Il rapporto raccomanda l'introduzione di un pop-up “Uso intenso” all'interno di queste app o di un sito web: rispetto a tale raccomandazione, il 71% degli intervistati del sondaggio ha affermato di essere favorevole alla ricezione di un messaggio di questo tipo.
La Royal Society raccomanda inoltre alle aziende di trovare un modo per evidenziare quando le foto di persone sono state manipolate digitalmente, così da identificare e offrire aiuto agli utenti affetti da problemi di salute mentale.
Questa funzionalità è stata lanciata su Instagram lo scorso anno per consentire agli utenti di segnalare in modo anonimo post problematici.
Anche il governo potrebbe fare la sua parte, chiedendo che venga insegnato “un uso sicuro dei social media” durante l'educazione sanitaria nelle scuole, da parte dei professionisti che lavorano con i giovani, e soprattutto che venga condotta più ricerca sugli effetti dei social media sulla salute mentale.
La Royal Society spera di consentire ai giovani adulti un uso dei social network “in un modo che protegga e promuova la loro salute ed il loro benessere”.
“I social media diventeranno parte integrante della vita quotidiana, pertanto dobbiamo essere pronti a coltivare in modo sano l'innovazione che riserva il futuro”, hanno concluso gli autori.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro