Vincere l'ansia di malattia
Come rompere i circoli viziosi che alimentano la preoccupazione per il proprio stato di salute
L'ansia di malattia (fino a poco tempo fa chiamata "ipocondria") è una preoccupazione costante ed eccessiva, spesso molto intensa ed invalidante, riguardo la possibilità di soffrire di una grave patologia, nonostante le evidenze mediche dicano il contrario (nel caso in cui qualche sintomo somatico sia presente, le preoccupazioni sono comunque eccessive o sproporzionate).
Per fare diagnosi di "ansia di malattia", la preoccupazione deve essere presente da almeno 6 mesi, ma la specifica patologia temuta può variare nel corso di tale periodo di tempo (APA, 2013).
Questa preoccupazione può essere scatenata da sintomi innocui e quotidiani, da una notizia ascoltata al telegiornale, dal racconto di un amico, e non è alleviata da alcuna rassicurazione o parere medico. Si innesca, nella persona che ne soffre, un rimuginio costante sulla possibilità di avere o avere contratto una brutta malattia. Tale rimuginio è accompagnato da un'attenzione selettiva per tutto ciò che può in qualche modo confermare le proprie convinzioni disfunzionali. Spesso sono presenti, nella mente di chi soffre di questa problematica, credenze "superstiziose", del tipo "se abbasso la guardia mi ammalerò", oppure "se smetto di preoccuparmi sarà la volta in cui la pagherò".
Circa il 3-10% della popolazione generale soffre di ansia per la salute, con un andamento ad alti e bassi, ed un incremento della preoccupazione nei periodi di stress.
Secondo il modello cognitivo dell’ipocondria, l’intensa paura sperimentata riguardo la propria salute è dovuta alla tendenza ad interpretare erroneamente sintomi e modificazioni corporee come segni di gravi malattie (Leveni et al., 2011). Queste interpretazioni negative causano una forte preoccupazione. In risposta a tale ansia le persone mettono in atto diverse strategie che, nonostante nell’immediato possano alleviare la preoccupazione, finiscono per creare circoli viziosi che mantengono e aggravano il disturbo.
Un ruolo cruciale nelle situazioni di ansia di malattia è ricoperto dal medico di base, che dovrebbe aiutare la persona a stilare un piano di prevenzione sana, senza però cadere nel "tranello" della prescrizione continua di esami. Dovrebbe inoltre ricondurre i problemi del paziente ad un disturbo d'ansia (e non di salute!), indirizzandolo verso uno psicoterapeuta, con cui collaborare.
In genere, si possono risocntrare due atteggiamenti distinti verso la ricerca di pareri e visite mediche: un tipo richiedente l'assistenza e uno evitante. Entrambi hanno alla base una paura molto intensa relativa alla possibilità di soffrire di una grave malattia (paura di "non arrivare in tempo" vs paura di conoscere la diagnosi tanto temuta).
Anche il ruolo dei familiari è fondamentale. Essi sono ovviamente coinvolti in questo disturbo, e vivono situazioni di grande stress, frustrazione, rabbia e impotenza. Per questo è importante istruirli, fornendo loro indicazioni su come comportarsi nei confronti della persona con ansia di malattia. Per esempio, si chiederà loro di interrompere la risposta alle richieste di rassicurazione del paziente (vedremo in seguito il motivo per cui dare rassicurazioni è assolutamente controproducente). Piuttosto, impareranno a proporre al familiare in difficoltà un tempo prestabilito durante il quale aiutarlo ad effettuare un problem-solving sui suoi problemi (in contrasto con il suo purtroppo sterile, e spesso dannoso, rimuginio).
Ma vediamo quali sono i circoli viziosi che si innescano nella persona che soffre di ansia di malattia.
La preoccupazione è alimentata prima di tutto dall'ANSIA: quando ci preoccupiamo, infatti, sale la nostra ansia. I sintomi fisici dell'ansia (tachicardia, fiato corto, giramenti di testa, ecc.) sono innocui, ma verranno interpretati come segnali di malattia, dando origine ad un circolo vizioso ("devo proprio avere qualcosa che non va, altrimenti non mi girerebbe la testa").
Esistono poi delle strategie che la persona adotta per fronteggiare l'ansia di malattia, ma che in realtà peggiorano la situazione, aumentando la preoccupazione. Le principali sono:
ATTENZIONE FOCALIZZATA SUL CORPO: ci si concentra sui sintomi fisici che spaventano. Questo non fa altro che amplificare la preoccupazione, poiché ci si focalizza su ogni minimo cambiamento (naturale in un corpo sano), che viene vissuto come pericolo di malattia.
CONTROLLO SUL CORPO: chi ha l'ansia di malattia, in genere si palpa e si tasta alla ricerca di segnali. Così facendo, i sintomi che spaventano possono addirittura peggiorare. Se, per esempio, mi tocco di continuo la nuca perché mi pare di sentire un gonfiore, questo gonfiore, poiché sollecitato, aumenterà, causando un incremento della mia preoccupazione.
RICERCA DI RASSICURAZIONI: chiedere rassicurazioni al medico o ai propri familiari è un altro comportamento che mantiene (e spesso aumenta) l'ansia per le malattie. In genere non è possibile avere garanzie totali, per cui si cercano altri pareri, si prenotano ulteriori esami, ecc.
Se anche la garanzia fosse del 100%, questa varrebbe però solo per i sintomi già sperimentati. Per quelli futuri occorrerà ripetere questo iter, iter che si ripeterà accompagnato da livelli sempre maggiori di stress.
Inoltre la persona con ansia di malattia filtrerà in modo selettivo le informazioni in entrata, focalizzandosi solo su quelle ambigue o negative.
RICERCA DI INFORMAZIONI SU INTERNET: anche in questo modo si pone un'eccessiva attenzione sulla propria salute. Inoltre, cercando con insistenza, troveremo sicuramente qualche collegamento tra sintomi innocui e malattie gravi. La fonte delle notizie presenti su internet, infine, non sempre è attendibile, poichè chiunque (non solo i medici o gli specialisti) vi hanno accesso.
EVITAMENTO: alcune persone evitano assolutamente di andare dal medico e di fare esami di controllo, perché sopraffatti dal timore di riscontrare qualche grave malattia. Anche l'evitamento favorisce fantasie che mantengono l'ansia, e non permette una valutazione realistica della situazione.
Si possono evitare, inoltre, programmi alla televisione che trattano argomenti legati alla salute o articoli medici, per il timore di trovarvi qualche "aggancio".
EVITAMENTO DELL'ATTIVITÀ FISICA: per evitare di contrarre qualsiasi malattia, le persone possono evitare di svolgere attività sportiva e di fare sforzi.
Questo comportamento indebolisce l'organismo, che si stanca più facilmente; in tal modo la persona è portata ad immaginare scenari catastrofici, traendo conclusioni terrificanti.
CONCLUSIONI
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelata efficace nel trattamento dell'ansia di malattia. Essa mira, tra le altre cose, a rompere i circoli viziosi che alimentano la preoccupazione.
Dopo qualche settimana di terapia, la persona si accorgerà che la fatica di dover rinunciare a queste strategie (molto confortanti, sul momento, ma dannosissime a lungo termine) sarà compensata da un'importante diminuzione dell'ansia.
La persona imparerà a ristrutturare le convinzioni disfunzionali legate alle malattie e le proprie credenze "superstiziose", ad interrompere il rimuginio (e sostituirlo con un più funzionale problem-solving), spezzerà alcune catene di comportamenti dannosi, acquisirà importanti strumenti per gestire eventuali future situazioni critiche, e inizierà a dare valutazioni realistiche dei sintomi somatici, potendo contare su un piano di prevenzione/azione sana, e sulle proprie risorse nel fronteggiare ogni eventuale difficoltà.
Anche se sembra impossibile, si può uscire dall'incubo dell'ansia di malattia.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Fifth Edition (DSM 5). Washington, DC: American Psychiatric Association.
- Leveni D., Lussetti M. e Piacentini D. (2011). Ipocondria. Guida per il clinico e manuale per chi soffre del disturbo. Erickson.
(Articolo a cura della Dottoressa Roberta Rubboli)