Violenza domestica durante la gravidanza ed effetti sui bambini
Secondo un recente studio, i bambini le cui madri hanno subito violenze interpersonali durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di mostrare aggressività e sfiducia verso le loro madri.
Mentre è risaputo che le donne incinta possono correre un rischio elevato di violenza domestica, gran parte della ricerca associata si concentra sull'impatto negativo di quella violenza sulla gravidanza, il travaglio ed il parto.
All'interno del nuovo studio, pubblicato sulla rivista “The International Journal of Behavioral Development”, i ricercatori dell'Università di Notre-Dame hanno esaminato l'impatto a breve e lungo termine della violenza prenatale – a prescindere dal perpetratore - sui successivi aggiustamenti dei bambini.
“Volevamo tracciare un quadro dell'impatto della violenza a cascata nel tempo”, ha affermato la Dott.ssa Laura Miller-Graff, docente di psicologia.
“La violenza prenatale colpisce principalmente i bambini attraverso il modo in cui colpisce la madre”.
“La ricerca ha dimostrato che molte madri che vivono situazioni di violenza domestica e/o interpersonale hanno abilità genitoriali piuttosto forti, ma quando la violenza influenza la loro salute mentale, anche l'essere genitori può diventare un compito più difficile”, ha proseguito.
“La nascita e l'infanzia precoce sono momenti chiave per imparare alcune delle principali abilità di regolazione delle emozioni, quindi se le mamme lottano, i bambini lottano”.
Secondo Miller-Graff, l'impatto dannoso della violenza durante la gravidanza è profondo e duraturo, con effetti riconoscibili sul bambino fino a 2 anni.


“Abbiamo misurato il comportamento aggressivo dei bambini nell'ambiente domestico, che includeva calci e atteggiamenti di sfida nei bambini piccoli, attraverso ciò che riportavano le loro madri”, ha spiegato la ricercatrice.
Mentre questa scoperta è in linea con le previsioni della ricerca, sono stati sorpresi nel constatare che la violenza interpersonale in gravidanza non prediceva comportamenti aggressivi dei bambini nei confronti dei loro coetanei.
Ciò suggerisce che molti bambini sono in grado di esibire resilienza nelle relazioni sociali al di fuori dell'ambiente domestico.
Una precedente ricerca di Miller-Graff si è invece concentrata sull'impatto della violenza da parte del partner sui bambini in età prescolare.
Da qui nacque l'esigenza di comprendere se studiare una fase precedente fosse stata più efficace, non solo con l'intervento, ma anche per la prevenzione di cicli di abuso intergenerazionali.
“Anche se sostenere i bambini in età prescolare esposti a violenza domestica è estremamente importante, spesso mi sono sentita come se stessimo arrivando sulla scena troppo tardi”, ha affermato l'autrice.
“Il periodo della gravidanza è un ottimo punto di intervento non solo perchè si interviene precocemente, ma anche perchè le donne in questo periodo si recano spesso nei servizi sanitari. Ciò fornisce quindi una finestra unica in cui il rischio delle donne coincide con il loro accesso ai sistemi di supporto: un'opportunità molto rara”.
Quando c'è un opportunità di fornire supporto alle donne incinta a rischio, l'impatto negativo sui bambini è destinato a diminuire in modo significativo, secondo l'autrice.
Pertanto, una delle potenziali applicazioni di questa ricerca rappresenta la possibilità di effettuare degli screening per la violenza durante gli esami prenatali.
“Se riusciremo a fare questo, non solo produrremo effetti benefici per la salute delle mamme, ma soprattutto per i loro bambini piccoli”, ha concluso la ricercatrice.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro