Web e “identità” online
Il web può figurarsi come luogo in cui sentirsi protetti, quasi una fuga dalla vita reale, nel tentativo di costruire una vita online in cui poter creare una “identità” caratterizzata da tutti quei desideri che si vorrebbero soddisfare.
Non è raro che le persone creino amicizie con individui che sono presenti sulle chat online e virtuali; esistono infatti gruppi di supporto virtuale, gruppi di chat e così via.
Purtroppo non tutti sono completamente onesti nelle loro comunicazioni online come si potrebbe desiderare.
La piattaforma online offre così un posto in cui poter creare una “persona” su cui vengono proiettate le qualità che desideriamo di possedere.
Alcuni di noi potrebbero mostrare il meglio di sé a persone che probabilmente non avrebbero mai incontrato in pubblico.
Si può essere gentili, affettuosi, sostenitori e possedere altri tratti positivi e pro-sociali.
Altre persone potrebbero invece costruire l'immagine di una persona bisognosa, qualcuno che da sempre ha a che fare con grandi sfide nella vita e necessita di continui “abbracci virtuali” e di “mani giunte in preghiera”.
Condividono racconti tristi di disgrazie che sono state progettati per “sciogliere i cuori” degli altri e magari incoraggiarli a donare per aiutare e alleviare questo dolore.
Poi ci sono le persone che usano internet come un modo per abbassare la guardia e mostrarsi nel modo più onesto possibile; possono cioè esporre le loro vulnerabilità, sincerità e genuinità nei rapporti che creano.
La ricerca dimostra che è “più sicuro” aprirsi ed essere onesti rispetto alle nostre lotte personali, i disagi e le ansie con gli “amici online” che difficilmente incontreremo per strada, rispetto alle persone con cui interagiamo faccia a faccia.
Tendiamo a sentirci meno esposti quando ci nascondiamo dietro uno schermo ed una tastiera.
Proprio come in qualsiasi altro tipo di rapporto, anche nel mondo online le relazioni possono assumere determinate qualità a discapito di altre.

A seconda dell'identità dell'amico virtuale, si possono costruire rapporti più intimi e vicini di quelli che si hanno con gli amici reali, o costruire rapporti di fantasia con persone che non somigliano minimamente a ciò che sono nella realtà.
Perchè ci si apre agli sconosciuti riguardo i problemi personali?
È sorprendente come la gente comunica liberamente ad un altro informazioni inerenti la salute mentale, fisica, o le questioni riguardanti le proprie relazioni in confronto a quello che viene condiviso con un amico faccia a faccia o un membro della famiglia, a prescindere che sia depressione, disturbo di panico, disturbi alimentari o malattie sessualmente trasmissibili.
Ad oggi, vi è ancora un enorme stigma legato a questi tipi di problemi, in particolare rispetto alla salute mentale.
Ci preoccupiamo di essere marchiati come “malati mentali” e considerati “difettosi” quando discutiamo apertamente delle nostre sfide emotive o problematiche di umore e di comportamento.
Il gruppo di supporto online “nascosto” diviene così il miglior ambiente possibile per quegli individui che sentono la necessità di “parlare con qualcuno”, ma temono le reazioni dei propri amici o dei familiari in una conversazione faccia a faccia.
La paura della vergogna è un potente motivatore: anziché ammettere la debolezza molte persone preferiscono ammettere di essere forti o stare bene quando in realtà non lo sono.
Si rischia di rivelare “troppo”?
Oggi le persone trasmettono pubblicamente una grande quantità di informazioni intime suggerendo che non vi sia quasi più niente di privato o di personale tale da non poter essere condiviso con le masse.
Eppure le cose che avvertiamo come più intime, sono proprio quelle a cui bisogna prestare attenzione durante la condivisione in pubblico.
Una volta che inseriamo o riveliamo qualcosa nel mondo virtuale, questa assume caratteristiche di permanenza che sono impossibili da annullare.
Riconoscere che una foto pubblicata online ha una durata indefinita dovrebbe incoraggiarci a pensare al potere a cui rinunciamo quando decidiamo di rivelare tutti i nostri segreti.
Molte persone stringono amicizie “online” all'interno di gruppi di supporto, ma vi è sicuramente un divario ampio tra “soggetti che ricercano onestamente il supporto” e soggetti che invece “giocano per ottenere delle attenzioni”.
Molti “ricercatori di attenzione” presentano un benessere emotivo compromesso e, come risultato, sentono il bisogno di appoggiarsi a qualcuno al fine di trarre vantaggio da loro.
Vi è un senso di disperazione tragica in quelle persone che non hanno sviluppato le competenze necessarie per costruire rapporti sani.
Il web può quindi figurarsi come luogo in cui sentirsi protetti, quasi una fuga dalla vita reale nel tentativo di costruire una vita online composta da tutti quei desideri che si vorrebbero soddisfare.
Quando si incontra qualcuno online che non fa altro che raccontare ripetutamente la propria storia a tutte quelle nuove persone che si uniscono ad un gruppo, ma che in realtà non cerca un aiuto concreto o ascolta i suggerimenti per migliorare la propria situazione, è un segnale che la persona cerca solo di ottenere l'attenzione, e non migliorare la propria condizione.
Se un amico online ci sceglie per chattare o scambiarci messaggi personali e si avverte quasi una sensazione di disagio, c'è quasi sempre una ragione per cui ci sentiamo in quel modo.
Se ci vengono chiesti dei soldi o altre richieste simili, ma ancora non si conosce l'identità reale della persona, questo è un chiaro segno che le cose non sono come sembrano.
Quando ci si trova in situazioni di disagio, siano esse online o di persona, è bene fidarsi della propria intuizione e prendere distanza da quella persona, soprattutto se l'altro diviene più esigente.

Quando non ci piace il modo in cui qualcuno interagisce con noi, è importante tornare indietro e riflettere su come ci si sente e cosa sta succedendo. Bisogna quindi ricordarsi sempre di fidarsi del proprio istinto.
Come detto precedentemente, alcune persone ricercano il supporto online o le Chat Room in quanto affamati di affetto, accettazione e attenzione.
Quando le richieste da parte di un amico online iniziano a diventare ossessive, o se inizia a molestare gli altri per una maggiore attenzione, questo può essere definito come “amico tossico” che deve essere lasciato andare.
Tra i segni che possono farci intuire di essere di fronte ad una relazione tossica vi è sicuramente una persistente mancanza di equilibrio tra ciò che viene chiesto e ciò che viene dato, come attenzione, supporto e via dicendo.
Un amico online che vuole cercare di rubare continuamente il tuo tempo attraverso chat private, chiamate, “richieste”, e così via, per ottenere maggiore attenzione, sta proiettando aspettative tossiche su tale relazione, che può determinare una saturazione emotiva con compromissione del proprio benessere.
Pertanto, quando ci si rende conto che la relazione è diventata unidirezionale, è il momento di affrontare lo squilibrio o prendersi una bella pausa.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro