Il metodo Montessori: vediamoci chiaro

Maria Montessori è stata una figura italiana di grande spicco e lo rimane tutt’ora, nonostante ci abbia lasciati ormai nel 1952 alla veneranda età di 82 anni. Essa fu una filosofa, una scienziata, una psicologa, pedagogista e persino una delle prime donne nel nostro territorio nazionale a laurearsi in medicina. Oltre ad essere un personaggio italiano di grande spicco, però, è acclarato che sia anche molto conosciuta ed abbia fama mondiale. Il metodo educativo che prende il suo nome, infatti, iniziò ben presto a prendee parte di numerosi asili e scuole non solo italiane ma persino negli States; dove ancora, a distanza di molti anni, ne elogiano le proprietà. Ma quali sono, dunque, i cardini fondamentali di questo tipo di educazione; come funziona e come si mette in atto? Scopriamolo insieme nelle prossime righe.

Metodo Montessoriano: in cosa consiste

La prima cosa da capire, è che, al contrario di molti, la psicologa e pedagogista non vedeva il bambino come un essere da aiutare sotto ogni aspetto e necessità; ma come una persona dotata di competenze da sviluppare in modo totalmente autonomo. Non a caso, una delle frasi più celebri recita:

«Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo».

Anche se il nostro intento sarebbe solo quello di agevolare il nostro piccolo ed alleggerirgli l’operato, infatti, aiutarlo a completare un’azione che egli ha iniziato di sua spontanea volontà e di sua iniziativa, potrebbe immediatamente volergli comunicare che da solo non può farcela. Il bambino, invece, in questo caso, deve rimanere perfettamente consapevole di poter scoprire sé stesso in totale autonomia in quelle che sono le sue capacità ed i propri limiti; sempre, chiaramente, supervisionato da un adulto attento e soprattutto paziente.

Esempi di attività Montessori:

  • I travasi: sebbene posa sembrarvi una cosa assurda, travasare gli oggetti è un’attività che risulta interessante agli occhi di tutti i bambini. Inizialmente si parla di spostare da un contenitore all’altro oggetti grandi e solidi, per spostarsi, via via, ad oggetti di dimensioni sempre più piccole o di consistenza liquida.
  • Le nomeclature: si tratta di attività fini a favorire lo sviluppo linquistico. Dunque se fino ai 2 anni un oggetto tridimensionale si abbina alla sua immagine corrispondente, dai 3 anni è consigliabile affiancargli anche la scritta; questo fara sì che il bambino prenda confindenza anche con la forma e l’esistenza dei caratteri in sé per se. In questo modo, se spronato ad attività simili, egli sarà in grado di riconoscere prontamente numeri e lettere, ad esempio.
  • Ultimo dei modelli che vi proponiamo ma, di fatto, quello di grande rilievo, è l’avvio alle attività quotidiane. Il lavarsi le mani da solo, pensare alla propria igiene, curare una pianta, vestirsi da solo e ad aiutare, per quanto possibile, in casa; fanno parte di tutte quelle attività che favoriscono lo sviluppo del bambino attraverso quelle che sono le semplici mansioni quotidiane e lo abituano, giorno dopo giorno, a vivere in tutta autonomia.

Per concludere, dunque, possiamo affermate che il metodo Montessori ha come punto cardine del proprio insegnamento quello di dare fiducia ed autorità al bambino e di consentirgli di scoprire il mondo in autonomia senza che il genitore gli corra dietro aiutandolo anche nelle azioni più stupide o disincentivandolo a fare qualcosa di cui si pensa egli non sia in grado.